( fonte: Massimiano Bucchi, Corriere)
Come nasce, come si sviluppa e si comunica la conoscenza? La storia della gastronomia offre numerosi spunti per rispondere a questa domanda, come conferma anche il recente libro di Luca Cesari, Storia della pasta in dieci piatti (il Saggiatore). […]
Prendiamo ad esempio la storia del tortellino. A sistematizzare e codificare la ricetta [dei tortellini, n.d.r.] arriva, come già in altri casi, Pellegrino Artusi nel suo capolavoro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891). Artusi non è scienziato, ma ammira e frequenta alcuni scienziati dell’epoca e il clima di entusiasmo e fascinazione per la scienza forgia addirittura il titolo del suo libro, che dopo un esordio stentato diventa un successo clamoroso, tuttora ristampato e tradotto in tutto il mondo tanto da far definire il suo autore “padre della cucina moderna”. Per aiutare i suoi lettori a eseguire la ricetta dei tortellini alla bolognese con la necessaria cura, inserisce addirittura un disegno indicando le dimensioni precise del circoletto di sfoglia: 37 millimetri (se avete una copia dell’Artusi nella libreria di famiglia, probabilmente aprendola a quella pagina la troverete un po’ infarinata). Sistematizzando la ricetta, Artusi contemporaneamente la innova inserendo nel ripieno il prosciutto e la mortadella. La codifica artusiana diventerà il riferimento per il secolo a venire.
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Note culturali
Pellegrino Artusi (1820-1911) è stato uno scrittore e gastronomo, autore del notissimo libro di ricette: La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene che ancor oggi si trova in praticamente tutte le case italiane.
Esattamente dieci anni fa Italian News Clicks pubblicava questo post: Artusi, l’uomo che unì l’Italia sui fornelli.
Spunti per la discussione
Dopo aver letto l’intero articolo, rispondete alla domanda iniziale: che cosa ci insegna la storia dei tortellini sul modo di comunicare la conoscenza?