Seconda pagina dell'Artusi


(fonte: La Stampa)

Tutti sappiamo che il 17 marzo si celebrano i 150 dell’Unità d’Italia, ma questo articolo ricorda il 30 marzo cade un’altra importante ricorrenza per l’orgoglio nazionale.
Quel 30 marzo di cent’anni fa, moriva, a 91 anni dopo una vita saporosamente vissuta, Pellegrino Artusi,l’uomo che con «La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene», pubblicato nel 1881, unificò la gastronomia italiana. 

Forlimpopoli, (in Romagna) e Firenze, le due città dove ha vissuto,  preparano per Pellegrino Artusi celebrazioni speciali, complete di convegno storico, cene a tema, mostre e pubblicazioni (il programma completo è al sito www.casaartusi.it). Ed è il gran ritorno del signore romagnolo coi favoriti, un personaggione bizzarro educato in seminario ma antipapalino, mazziniano e pazzo per i gatti Bianchino e Sibillone, misogino ma devotissimo in modo platonico alla sua cuoca Marietta.  Artusi di solito non cucinava in proprio, ma sapeva come si fa. Soprattutto, viaggiava alla ricerca delle specialità di ogni regione, dal presnitz di Trieste, ai maccheroni con le sarde alla siciliana . Il tutto veniva poi tradotto in un toscano sensuale e preciso insieme, parente della lingua collodiana di «Pinocchio». E per questo che Artusi può a tutti i diiritti essre chiamato il “padre”della cucina italiana.

Il link non è più attivo: La Stampa 

Note linguistiche

Saporosamente: una vita piena di sapore, come i suoi piatti
favoriti: basette lunghe tipiche della moda dell’Ottocento.
antipapalino: anticlericale. Contrario al Papa e al clero.

Artusi, l’uomo che unì l’Italia sui fornelli

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