foto degli studenti, insegnanti e organizzatori

Il giorno 30 gennaio si è tenuta presso la sede del Consolato Generale d’Italia di Boston la premiazione degli studenti che hanno vinto il concorso di scrittura creativa intitolato “Come scusa? Non ti followo”.

Vivissimi complimenti agli studenti vincitori — Dahlia Lubin, Caterina Miotto, Penelope Ratz, Matteo D’Aveta — e alle loro insegnanti!

[Nella foto: Valentina Cella, Tanya Ferretto, Vilma Bibeau, Ivana Marroncelli (Direttrice scolastica), Arnaldo Minuti (Console), Matteo D’Aveta, Caterina Miotto, Dahlia Lubin, Penelope Ratz, Elvira Di Fabio (INC), Isa Orvieto (INC), Carlo Carratelli (Consolato italiano di Boston)]

Motivazioni della scelta

1. la presenza di tutti gli elementi necessari affinché una storia stia in piedi: il protagonista, il conflitto, l’ambientazione, l’arco temporale. 
2. la storia ha una struttura: inizio (+incipit), sviluppo, fine 
3. la scrittura è personale e si sente la voce dell’autore 
4. in ogni scritto c’è almeno un’immagine, una scelta linguistica, un twist originale e fresco.

Ecco alcuni dei passaggi dei loro lavori che confermano il nostro giudizio.

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IL FANTASMA DEL NONNO di Dahlia Lubin (Winchester HS, prof.ssa Cella / Italian intermediate)

Pur nel breve spazio, questo racconto esprime in maniera delicata ed efficace un intreccio complesso di sentimenti: il rapporto conflittuale tra sorelle, la paura della morte, l’affetto e la confidenza con la madre.

Incipit: “Come scusa? Non ti followo. Perché Sofia? Io voglio la stanza. E’ molto grande. Non e giusto!” Buon íncipit.

Immagini originali
I miei occhi sono rimasti aperti tutta la notte. I vestiti a tavola adesso erano i fantasmi al buio.

Scrittura personale
Il ricordo di mio nonno ha preso la mia mano e ha camminato al negozio con me. Quando ero piccola, noi guardavamo i film insieme e ci divertivamo insieme. Io lo amavo da vivo e lo amo da morto. Non era spaventoso da vivo. Così ho cominciato a trovare conforto nel fatto che mio nonno era dentro la stanza.

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L’ARRIVO DI BRUNO E CHIARA di Caterina Miotto (Winchester HS, prof.ssa Ferretto / Ital AP)

Con ironia e delicatezza questo racconto riesce a mettere in evidenza i complessi problemi della convivenza e dei conseguenti rapporti di potere

Incipit: Come scusa? Non ti followo. Signor Pesce mi stavi ascoltando? Hmmm… Ecco come finisce la storia. Allora ricomincio dall’inizio.

Ottima immagine di apertura
Ciao! Io mi chiamo Leo come leone. Mi piace immaginare che sono un leone feroce quando in realtà sono un gatto normale. Sono il capo della casa e mi piace dormire sotto il sole. Dovunque io vada mi segue una nuvola di pelo arancione. […]Essendo figlio unico vivo una vita tranquilla e piena di attenzioni.

Sviluppo originale e accurata scelta linguistica. Il racconto continua su un filone ironico.
…Purtroppo quel sabato di novembre la mia vita di figlio unico è cambiata per sempre.
…C’era uno strano odore che veniva dalle scatole e quando i miei genitori hanno messo le scatole per terra hanno iniziato a spostarsi. E poi due teste sono spuntate fuori, una da ogni scatola. Oh no! Erano due cagnolini!
…Piano piano i due hanno iniziato ad usare i miei spazi. Ho perso il posto dove facevo il sonnellino sotto il sole, la casa non era più mia.[…]

Conclusione adeguata allo stile scherzoso del racconto.
…o. Poi un giorno freddo d’inverno ci siamo tutti e tre messi a dormire uno accanto all’altro vicino alla stufa. Da lì ho pensato che forse non erano così male [forse non fossero così male]. Forse io ero troppo geloso di loro per accorgermi che non erano cattivi. Dopo quel giorno, ho iniziato ad essere il loro amico… Mi piaceva la loro compagnia e ho imparato a condividere…Beh, condividevo tutto tranne il mio cibo e il mio posto di nanna con loro.

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LA PRINCIPESSA E LE STELLE di Penelope Ratz (Winchester HS, prof.ssa Ferretto / Ital AP)

Una tenera favola educativa, dove un ostacolo (la delusione per il mancato dono) diventa occasione di crescita sia per la protagonista – che accetta la decisione del padre, mostrando di riconoscere le motivazioni altrui – che per gli altri personaggi – che riescono a trovare per lei un regalo ancora più bello.

Incipit: “Come scusa? Non ti followo”. Esmeralda ha guardato suo padre con un’espressione di incredulità. Il viaggio speciale era stato cancellato, e il suo giorno era rovinato. Ma perché?…

Immagini e scelte linguistiche originali
“Il viaggio è cancellato. Mi dispiace,” ha ripetuto suo padre. Esmeralda si è girata e ha corso in camera sua, (il) suo vestito di velluto acquaverde dietro di lei.[…] Quando è arrivata, lei è caduta sul letto e si è messa la testa nelle mani. I suoi capelli lunghi e castano ramato hanno oscurato la sua faccia.

[…] Lei ascoltava le onde che si schiantavano fuori dalla finestra per un momento, e poi è andata giù in cucina, facendo poco rumore sul pavimento di pietra.

Un twist originale
“Seguimi,” ha detto sua sorella, prendendo la sua mano. Il Re e la Regina sembravano emozionati. Rosemary ha condotto Esmeralda nelle camere che lei non aveva mai visto. Eventualmente, sono arrivati a una porta.
“Questo è il tuo regalo,” La regina ha aperto la porta. Era un osservatorio! Esmeralda non poteva credere ai suoi occhi.

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LA FENICE di Matteo D’Aveta (Medford HS, prof.ssa Bibeau / Ital AP)

Matteo non ha usato l’incipit suggerito, ma le immagini con cui apre il suo racconto sono potenti e rivelano una voce d’autore forte e originale, addirittura poetica. (Menzione d’onore)

L’aria cadeva pesante su di me. Intorno a me, le lucciole illuminavano la notte. Io cadevo sotto il peso dei sacchi di spazzatura sulle mie spalle, camminavo tra le costruzioni, pesante per il lavoro manuale, con le spalle che volevano tornare a casa e riposare il mio corpo indolenzito.

[…]C’era una natura placida e dura nel porto e il mormorio dell’acqua lasciato dalle barche che non possono tagliare il fascio di gelo per più di pochi secondi. Qualcosa nel vento vicino all’acqua mi dava sempre energia. È strano come un piccolo cambiamento di temperatura possa curare un’anima.

[…]Al di là delle case popolari fatiscenti, oltre i piccoli negozi di proprietà di uomini così anziani e stanchi che dormivano sul bancone, crollati come statue sciolte, e oltre lo stagno dove una volta mia madre mi aveva insegnato a nuotare. Con una pausa, notai come sembrava inquinato lo stagno in questi giorni. Dubito che qualcuno ancora ci nuotasse dentro


 

Premiazione dei vincitori del concorso di scrittura

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