Foto di Don Milani che insegna.

(fonte: Franco Lorenzoni, Internazionale)

Sabato 27 maggio Sergio Mattarella salirà a Barbiana per ricordare don Lorenzo Milani a cento anni dalla nascita. Si chiude così, con la presenza del presidente della repubblica, il cerchio delle “riparazioni istituzionali” verso questo prete scomodo, che aveva visto papa Francesco salire su quella montagna nel giugno del 2017, a cinquant’anni dalla morte del priore.
Nel suo discorso il papa aveva ricordato “quella chiesa che lo aveva tanto fatto soffrire”, ma dobbiamo ricordare che anche lo stato non fu da meno nel contrastare e condannare le prese di posizione di quel prete persuaso che, su alcune questioni di fondo, l’obbedienza non fosse più una virtù.
[…] Lavorare per rendere migliori gli ordinamenti vigenti a partire dalla scuola, fu impegno che Lorenzo Milani intraprese con tutto se stesso.

Per leggere tutto l’articolo di Franco Lorenzoni clicca qui: Internazionale.

Note culturali

Don Milani: era nato a Firenze il 27 maggio 1923. Quest’anno quindi ricorre il centenario della sua nascita, celebrato dal nostro presidente Sergio Mattarella. Don Milani è chiamato “priore” che in Toscana è sinonimo di parroco. Nel 1954, Don Milani fu mandato in un paesino di montagna sperduto e poverissimo, Barbiana, dove creò una scuola inclusiva e democratica a tempo pieno, rivolta ad allievi che, per mancanza di mezzi, sarebbero stati destinati a rimanere in una posizione di subordinazione sociale e culturale.

Tra i molti maestri che hanno seguito l’esempio di Don Milani c’è lo stesso autore di questo articolo, Franco Lorenzoni, che ha scritto parecchi libri indirizzati a insegnanti ed educatori che sognano una scuola migliore. Tra questi ricordiamo: Educare controvento. Storie di maestri e maestre ribelli (Sellerio, 2023), terzo capitolo di una trilogia iniziata con I bambini pensano grande (Sellerio 2014) e proseguita con I bambini ci guardano (Sellerio, 2019).

Per sapere di più su Franco Lorenzoni clicca qui: IlFattoQuotidiano.

Spunti per la discussione

  1. Perché nell’articolo si legge che “è più facile intitolargli una scuola che accogliere la radicalità delle sue posizioni”?
  2. Che posizioni aveva Don Lorenzo Milani e in che senso erano radicali?
  3. Dove si trovava la scuola di Barbiana da lui creata?
  4. Perché il libro “Lettera a una professoressa” è stato così significativo in Italia e nel mondo?
  5. Chi scriveva e a chi erano indirizzate queste lettere?

I ragazzi che studiavano nella sua scuola scrissero: “Questa scuola dunque, senza paure, più profonda e più ricca, dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi venirci. Non solo: dopo pochi mesi ognuno di noi si è affezionato anche al sapere in sé… Prima l’italiano perché sennò non si riesce a imparar nemmeno le lingue straniere. Poi più lingue possibile, perché al mondo non ci siamo soltanto noi. Vorremmo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro. Così non ci sarebbero più oppressori, né patrie, né guerre.

  1. Condividete questa idea di educazione?
  2. Che età avevano gli studenti che studiavano alla scuola di Barbiana?
  3. Quali materie si studiavano?
La lezione di don Milani

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