particolare di quadro di Tiepolo con angeli

(fonte: Beba Marsano, Corriere)

È un artista all’apice della fama il Giambattista Tiepolo chiamato dai Gambara, signori di Brescia e del bresciano, a decorare la cappella del Santissimo Sacramento nella basilica di San Lorenzo a Verolanuova. Dove quest’omino mite, manieroso e minuscolo, che i veneziani chiamano con scherzosa bonomia «il Tiepoletto», lascia due tele dalle dimensioni inversamente proporzionali alla statura: dieci metri di altezza per oltre cinque di larghezza, le più grandi mai realizzate nella sua smagliante carriera. È un pendant di soggetti dell’Antico Testamento – Il sacrificio di Melchisedec (qui l’immagine ingrandita) e La raccolta della manna (qui l’immagine ingrandita), prefigurazioni del mistero dell’Eucaristia — che un lungo, complesso, minuzioso restauro ha appena restituito allo splendore di luce e colori d’origine. Opere monumentali, rimaste incomprensibilmente sottotraccia, che fino al 4 giugno è possibile ammirare dalla stessa prospettiva di chi le dipinse. Come?

Per leggere tutto l’articolo di Beba Marsano, clicca qui: Corriere

Spunti per la discussione

Dopo aver letto l’appassionante articolo di Beba Marsano, vi invitiamo a rispondere alla domanda con cui abbiamo lasciato in sospeso questo articolo, come è possibile ammirare le tele di Tiepolo dalla stessa prospettiva di chi le dipinse?

L’autore di questo articolo definisce queste tele di Tiepolo “macchine teatrali”. Cercate di spiegare perché.

Note culturali

Questo articolo è tratto da una nuova rubrica del Corriere della Sera che si chiama “Il bello dell’Italia” che parla di luoghi ed eventi particolari, utili per scoprire un’Italia poco nota. Ci auguriamoche possa essere di interesse per i nostri lettori all’estero.

Un restauro (monumentale) nel Bresciano restituisce un Tiepolo mozzafiato

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