Letizia Battaglia con la nipote

(fonte: Il Post)

Mercoledì sera è morta Letizia Battaglia, fotoreporter italiana e “fotografa di mafia”, come veniva spesso definita, o “fotografa contro la mafia”, come preferiva definirsi: aveva 87 anni ed era malata da tempo. Lavorò soprattutto nella sua città, Palermo, raccontando attraverso la fotografia la vita delle persone che ci vivevano, le violenze degli “anni di piombo” e la mafia. Fu una reporter nota a livello internazionale, espose le sue fotografie in tutto il mondo e fu la prima donna europea a ricevere il premio americano Eugene Smith nel 1985, intitolato al celebre fotografo della rivista Life.

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L’articolo parla abbastanza dettagliatamente dell’attività di Letizia Battaglia come fotografa in generale, e soprattutto come “fotografa contro la mafia”, come voleva essere definita lei. Era anche una donna molto nota, amata e presente sulla scena culturale italiana. Vogliamo ricordarla in un momento di dolcezza, in un’intervista rilasciata tre anni fa alla nipote, Marta Sollima.

Marta Sollima: Nonna, nella tua mostra Fotografia come scelta di vita alla Casa dei Tre Oci di Venezia è esposta una tua foto a colori che ritrae un fiore. È provocatoria questa scelta? Prima di scattarla hai mai considerato il fiore banale come soggetto fotografico?

Letizia Battaglia: Sì, ho sempre considerato banali quelle fotografie che ritraggono fiori (dice ridendo). Un fotografo americano famosissimo che si chiama Dennis Stock ha fatto la sua fortuna ritraendo fiori. Io non li ho mai fotografati o se l’ho fatto è stato in momenti privati, piccoli, così, volendo coglierne la dolcezza. Il fiore che ho esposto ai Tre Oci non è una provocazione, è un momento dolce di banalità. Io a quest’età, avendo lavorato tanto, voglio permettermi pure la banalità.

Per leggere l’intervista, clicca qui: Nonna Letizia Battaglia

Chi era Letizia Battaglia

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