piatto di mozzarelle

(fonte: Messaggero)

È più forte della crisi della munnezza in Campania: è la mozzarella di bufala. Non corre, vola sui mercati. Nel primo semestre del 2010 ha fatto registrare un aumento dell’11,5% in produzione (dai 16milioni di kg del 2009 agli oltre 18milioni dell’anno in corso) e del 15,38% in valore, pari a 150 milioni di euro (dai 130 milioni di euro dei primi sei mesi del 2009). Il latticino più amato dagli italiani ha dimostrato di saper tenere duro nonostante i pesanti danni all’immagine, a dispetto del calo di fiducia per tutto ciò che è made in Campania. Ogni anno vengono prodotti in media 30 milioni di kg di mozzarelle di Bufala Campana, numeri in costante crescita, triplicati in venti anni. Un quinto della produzione viene esportata, in particolare in Francia (21,3%), Usa (19,7%), Germania (16,9%) e Regno Unito (16,4%). Sono ovviamente ancora forti i canali di vendita tradizionali come il dettaglio (26%) e la vendita diretta (13%), mentre appaiono in crescita il settore alberghiero (8%) e stabile la grande distribuzione con il 47%.

Il link non è più attivo: Messaggero.

Uso della lingua

munnezza: è una parola del dialetto campano; significa rifiuti, garbage;
danni all’immagine: qui ci si riferisce al problema dei rifiuti in Campania e all’inquinamento che ne deriva;
grande distribuzione: sono i supermercati.

Boom della mozzarella

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