Isgrò seduto davanti a una sua opera

(fonte: Aldo Cazzullo, Corriere)

Lucio Fontana taglia, Alberto Burri brucia, Mimmo Rotella strappa e lei, Emilio Isgrò, cancella.
«Li ho conosciuti bene tutti, tranne l’ultimo: me stesso. Il mio migliore amico scelse di fare lo psicanalista per capirmi; non ci è riuscito neppure lui».

Fontana com’era?
«Dolce, gentile. Voleva piacere. Veniva alle mostre dei giovani e comprava sempre qualche opera: “Isgrò, noi dobbiamo essere concettuali!” diceva».

Burri?
«Burri non parlava quasi mai. E di piacere non gli importava nulla».

Rotella?
«Sempre in competizione con i colleghi. Un nostro collezionista, Guido Peruz, pittore lui stesso, ci invitò al suo compleanno e affidò a me il discorso: l’invidia di Mimmo si sentiva nell’aria, per placarlo dovettero fargli recitare una delle sue poesie epistaltiche, fatte di suoni».

Per leggere tutta l’intervista di Aldo Cazzullo a Emilio Isgrò, clicca qui: Corriere

Spunti per la ricerca

Questa gradevole intervista a Emilio Isgrò, artista siciliano trapiantato a Milano, ci permette di scoprire alcuni tra i principali artisti e scrittori italiani del Novecento (c’è anche Calvino di cui ci dice qualcosa che non sapevamo!) e dei primi anni Duemila, ed è anche un viaggio in diverse regioni e città italiane in diversi periodi storici, a cominciare dalla Seconda guerra mondiale.
Potrebbe fornire materiale per un interessante progetto di classe sulla cultura e arte italiana.

Emilio Isgrò: «Montale, De Chirico, Fontana e Manzoni. La mia vita per l’arte…»

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