Foto della scrittrice sorridente con un libro in mano

(fonte: Aldo Cazzullo, Corriere)

Michela Murgia: «Ho un tumore al quarto stadio, spero di morire quando Meloni non sarà più premier»
Michela Murgia, il suo nuovo, splendido libro, «Tre ciotole», si apre con la diagnosi di un male incurabile. C’è qualcosa di autobiografico?
«È pedissequo. È il racconto di quello che mi sta succedendo. Diagnosi compresa».
«Carcinoma renale al quarto stadio». Non ci sono speranze?
«Dal quarto stadio non si torna indietro».
Per leggere tutta questa toccante intervista a Michela Murgia clicca qui: Corriere.
Molte altre testate hanno parlato di quest’intervista.

Tra queste IlFattoQuotidiano che dice di lei: <<Michela Murgia è una donna che con passione e con durezza si è sempre schierata contro soprusi, discriminazioni e contro il patriarcato…>> e <<l’intervista che ha rilasciato al Corriere della sera è un altro regalo. Mettersi a nudo, parlare del cancro come lei lo sente e lo vive senza infingimenti o falsi buonismi …
D’altronde Michela Murgia con quel capolavoro che è Accabadora si è cimentata da subito sul tema della morte, perché i sardi, come tutti gli abitanti di terre periferiche, dure e isolate hanno un rapporto familiare con la morte fin da piccoli.

Secondo VanityFair con questa intervista Michela Murgia «fa riflettere sul concetto di famiglia, di ingiustizia, di violenza, di amore e dovrebbe essere un testo letto nelle scuole, per quello che riesce a trasmettere». Ecco come riassume i temi principali dell’intervista:
1. La retorica del «male da sconfiggere» non è per tutti
2. La morte non è sempre un’ingiustizia: dipende come ti trova
3. La violenza si impara
4. Il dolore non si può cancellare, il trauma sì
5. La famiglia è quella che ti scegli
6. La maternità ha tante forme
7. Il fine della vita lo decide ognuno

Donna Moderna mette a fuoco la fede con cui Michela Murgia affronta il suo male: «Non ho mai passato un giorno in crisi di fede. Mai. Il mio rapporto con Dio non è conflittuale. E questo è merito di alcune teologhe che mi hanno mostrato, scritture alla mano, un volto di Dio che non discrimina le donne», così come l’importanza di relazioni nella sua vita che hanno sostituito la famiglia tradizionale. Lei ha cresciuto 4 figli dell’anima, che per lei sono pari ai figli biologici Ha anche una “queer family” per la quale ha comprato la casa in cui trascorrerà gli ultimi mesi della sua vita.

La scrittrice Michela Murgia parla del suo male incurabile

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