(fonte: Paolo Ferri: Corriere)
Stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%) anche per i genitori e per i nonni, irritabili (16%), sono questi i termini con cui si autodefiniscono gli adolescenti, sia maschi sia femmine, all’epoca del Covid. Una sofferenza troppo spesso negata o sottovalutata, quella dei giovani, in questo anno «terribilmente speciale». Ma come vivono la pandemia gli adolescenti italiani tra i quattordici e i diciotto anni? Il Covid non fa molta paura ai ragazzi per la propria salute, poco di più alle ragazze (oltre l’80% dichiara di non averne o di averne poca), ma rischia di minare le fondamenta delle loro relazioni sociali e affettive, della loro identità, oltre che a limitarne fortemente le competenze di apprendimento: un mix esplosivo. Una sofferenza spesso inespressa o manifestata attraverso la rabbia o la depressione.
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Spunti per la riflessione
Dopo aver letto l’intero articolo, avrete notato che l’atteggiamento delle ragazze è leggermente diverso da quello dei ragazzi, in che modo?
L’articolo è pieno di domande, esplicite ed implicite, a cui vi invitiamo di rispondere: in questo periodo di confinamento, chi vi manca di più? Che cosa vi manca? Quale social network usate? Siete pessimisti o ottimisti riguardo al futuro?
Che cosa significa “nativi digitali” e “immigrati digitali”?