(fonte: Repubblica)bancone di bottega romana in pietra con affreschi

Nella bottega di street food trovati anche lo scheletro di un cagnolino e resti umani. Una scoperta dice il direttore Osanna, che “restituisce un’incredibile fotografia del giorno dell’eruzione”. Franceschini: “Un esempio virtuoso per la ripresa del Paese”

Le pentole in coccio con i resti delle pietanze più prelibate, dal capretto alle lumache e persino una sorta di “paella” con pesce e carne insieme. Il vino corretto con le fave e pronto per la mescita. E un grande bancone a “elle” decorato con immagini così realistiche da apparire quasi in 3d: una coppia di oche germane, uno strepitoso gallo, un grande cane al guinzaglio sopra al quale qualcuno, nell’antica città romana, aveva inciso, con un graffito, un insulto omofobo.

A Pompei, dove gli scavi non si sono mai fermati neppure nei giorni del lockdown, torna alla luce quasi intatto un Thermopolium, di fatto una bottega di alimentari con smercio di street food, genere molto amato dai cittadini della colonia romana. Tutto quasi fermo nel tempo al giorno dell’eruzione, fissato nell’eternità dal materiale piroclastico, che ne ha sigillato gli straordinari colori e conservato elementi fondamentali per ricostruire usi alimentari e abitudini dei romani di duemila anni fa.

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Note culturali

Thermopolium: (derivato dal greco ϑερμοπώλιον e chiamato anche termopolio, formato dalle parole termos caldo e poleo vendo) era un luogo di ristoro dove in realtà oltre a cibo caldo si vendevano anche bevande e cibo freddo. 

Spunti per la riflessione

  1. Potete trovare nell’articolo la data dell’eruzione del Vesuvio che causò la distruzione di Pompei?
  2. A quando risale la prima scoperta del Termopolio di cui si parla in questo articolo?
  3. Perché, secondo Massimo Osanna Direttore del Parco Archeologico di Pompei, questa scoperta è  molto importante?
  4. Chi è Dario Franceschini e perché è soddisfatto di questa recente scoperta? 
  5. Per quale scopo i romani mettevano le fave nel vino?

 

Straordinaria scoperta a Pompei, ritrovato un termopolio intatto: “Ancora cibo nelle pentole”