caratteri tipografici(fonte: Paolo Conti, Corriere)

Un libro come dichiarazione d’amore. Non per una persona ma per l’italiano. Dice il linguista Giuseppe Antonelli, parlando del suo nuovo libro Il mondo visto dalle parole. Un viaggio nell’italiano di oggi (Solferino) […] Il libro propone un viaggio nell’italiano di oggi, nella sua fantasiosa duttilità e ricchezza, nella sua prontezza a cambiare adattando significati al tempo in cui viviamo. […] L’avventura linguistica prevede tappe, nel libro, sulla propaganda politica, sul rapporto globale-locale, sugli usi e gli abusi. La parte finale, per doverosa aderenza ai complessi tempi che viviamo, è dedicata alla stagione del Covid (pandemia, virus, contagio, mascherine, contenimento, zona rossa, epicentro, picco …). Spiega Antonelli: «La parola lockdown risponde a un’esigenza internazionale, indicare qualcosa di completamente nuovo e mai visto, comprensibile a tutti. Si è imposta immediatamente e molte ipotesi di sostituzione non hanno avuto fortuna. Interessante invece l’adattamento dell’italiano che, per esempio nel caso del droplet, ha fatto riemergere goccioline, ben più chiaro e comprensibile.

Per leggere tutto l’articolo di Paolo Conti, clicca qui: Corriere

Spunti per la riflessione

  1. Perché Antonelli non ama l’espressione «difesa della lingua»?
  2. Nel libro di cui parla l’articolo, c’è un capitolo intitolato “Vedi alla voce vita. Il vocabolario come racconto”. In che senso il vocabolario può essere il racconto della vita? Chi erano gli scrittori italiani che amavano leggere il vocabolario? Li conoscete?
  3. La lingua è paragonato a un mito, a un viaggio, all’architettura. Cercate i passaggi in cui l’autore fa questi paragoni.
  4. Antonelli introduce un neologismo, verbodromo. Che cosa significa, secondo voi? Cercate di ricavarne l’etimologia, scomponendolo.
Prendiamoci cura delle parole

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