Vignetta di bambini urlanti

(fonte: Corriere)

Marianella Sclavi è una sociologa che si occupa di gestione creativa dei conflitti e e collabora da anni a progetti di risanamento dei quartieri in crisi. Ecco quel che dice a proposito dei conflitti interetnici:

Marianella Sclavi, si possono risolvere pacificamente  i conflitti interetnici?
«La risposta è sì. Si possono risolvere pacificamente e creativamente i conflitti interetnici e anche tutti gli altri. Ma per riuscirci bisogna, in primo luogo, aver chiaro che il conflitto non è un errore, un incidente, una disgrazia, ma una normale parte della vita. I problemi nascono dal modo in cui esso viene recepito e gestito. Se lo si considera un’occasione per crescere, per apprendere, la sua valenza è positiva. Se non c’è conflitto la pace diventa eterna e coincide con la morte. La pace vitale, che è quella che deve interessarci, è data dalla gestione creativa del conflitto. Tentare a tutti i costi di evitare i conflitti è una strategia molto comune. Sul breve periodo può anche essere efficace, ma sul medio e sul lungo è controproducente: impedisce alla complessità di emergere e quindi quel passaggio dialettico che permette l’apprendimento e l’evoluzione positiva. Noi siamo abituati ad avere un’idea negativa del conflitto perché lo associamo alla violenza. Ma la violenza, con il suo carico di intimidazione e dolore, è solo un modo sbagliato di gestire il conflitto».  Per leggere l’articolo, clicca qui: Corriere della Sera.

Uso della lingua

interetnico: è un nuovo aggettivo che significa relativo a diverse etnie o ai rapporti tra diversi popoli
controproducente: un’azione il cui risultato si rivela opposto alle previsioni

L’arte della pace

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