Scritta: Prendiamo sul serio il nostro futuro

(fonte: Flavio Dini,  Repubblica)

Tra le varie iniziative del Salone del Libro di Torino vogliamo portare all’attenzione dei nostri lettori l’appello lanciato da alcune  delle maggiori case editrici  italiane in difesa della scuola pubblica italiana.
Tra i firmatari Rizzoli, Feltrinelli, Giunti e Sellerio. In prima fila, Giuseppe Laterza, presidente della casa editrice omonima.

La  campagna che si chiama “Prendiamo sul serio il nostro futuro” è una risposta 
 all’indifferenza con cui la società italiana ha trattato la scuola pubblica da sempre ma anche una risposta al presidente del Consiglio Berlusconi che ha lanciato un attacco alla scuola pubblica sostenendo,  pochi mesi fa, che “inculca principi sbagliati”.  Ecco uno stralcio della lettera aperta: ” la scuola pubblica statale è luogo del pluralismo, affidato a docenti reclutati in base alla propria professionalità e non alle convinzioni politiche, alle fedi religiose o all’appartenenza a qualsiasi gruppo o associazione o categoria. ..Nella scuola pubblica statale bambini e ragazzi di diversa estrazione sociale imparano ad apprezzare la diversità. Nella scuola pubblica statale il patrimonio culturale della famiglia entra in contatto in modo fertile con quello di altre famiglie.
Questa è la missione della scuola pubblica statale diversa da ogni altra istituzione formativa, che legittimamente si proponga altre finalità a partire da una visuale parziale della cultura, della religione, della società, dell’economia. Se, infatti, è un diritto di ogni famiglia mandare i propri figli a scuola solo insieme a chi condivide la stessa visione del mondo (la libertà di insegnamento è infatti riconosciuta dall’articolo 33 della Costituzione), per il benessere della società nel suo insieme è conveniente e auspicabile che la grande maggioranza dei cittadini abbia una formazione comune ispirata ai valori del pluralismo e della Costituzione.

Per leggere l’articolo di Flavio Dini, clicca qui: Repubblica

Note culturali

Scuola pubblica: la scuola pubblica italiana è amministrata dal Ministero della Pubblica Istruzione, mentre l’università dal Ministero dell’Università e della Ricerca.  La scuola pubblica è gratuita e obbligatoria fino a 16 anni di età.  I programmi scolastici (curricula) sono nazionali e sono stabiliti dal Ministero della Pubblica Istruzione (MPI).

 

Lettera aperta sulla scuola

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