(fonte: Il Manifesto)
Oltre alla falsa retorica (noi italiani siamo un popolo tutt’altro che unito) e a polemiche spesso pretestuose, le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia – che si festeggiano in particolare questa settimana – offrono anche delle riflessioni più interessanti sul nostro passato.Un esempio è il libro del linguista Pietro Trifone, Storia linguistica dell’Italia disunita (Il Mulino). “In questo nuovo saggio Trifone parte dalla famosa frase di D’Azeglio (fatta l’Italia dobbiamo fare gli italiani) e da quella brutale di Federico De Roberto nei Viceré (Ora che l’Italia è fatta dobbiamo fare gli affari nostri) e passa in rassegna gli stereotipi negativi che attraverso il tempo si sono depositati nella nostra lingua per indicare atteggiamenti e vizi del cosiddetto carattere nazionale. Per farlo, ha analizzato le tracce lasciate nella nostra lingua dagli antichi mali italiani: settarismo, opportunismo, individualismo. Mali che affondano le proprie radici nelle ferite del tessuto sociale che il tempo non è riuscito a cicatrizzare perfettamente. Trifone dimostra che si potrebbe compilare un intero vocabolario con le parole e i modi di dire della disunione italiana … Per illustrare i termini “politicamente scorretti” di questa Italia, Trifone ha costruito un glossarietto dei luoghi comuni dell’italiano disunito. L’elenco è formato dal ricco repertorio dell’autolesionistica faziosità degli italiani verso sé stessi, documentato dall’autore attraverso i numerosi stereotipi geografici con i quali ci si riferisce, a seconda dei casi, ai lumbard, ai ciociari, ai matriciani, ai napoli, agli africa e perfino ai pariolini, termini in origine neutri che hanno subito, nel corso del tempo, una degradazione semantica che li ha marcati per sempre con la lingua del disprezzo.
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Note culturali
Come dice l’articolo precedente, nell’italiano “politicamente scorretto” il luogo di provenienza spesso viene usato come un epiteto ingiurioso. Qui ce ne sono alcuni esempi: lumbard sono gli abitanti della Lombardia, dov’è Milano; i ciociari e i matriciani del Lazio, i napoli, ovviamente di Napoli, gli africa si riferisce ai meridionali, e i pariolini agli abitanti dei Parioli, un quartiere ricco di Roma.
Il 17 marzo quest’anno è stato dichiarato giorno di festa nazionale per ricordare il 17 marzo 1861, quando a Torino, Vittorio Emanuele II assumeva il titolo di Re d’Italia.