Poster del Salone del libro di Torino

(fonte: Sole24Ore)

“Questa è la Fiera del maschio italiano”.
Lo sostiene Donatella Mei, attrice, autrice, poeta e cabarettista, riferendosi al XXIV Salone Internazionale del Libro di Torino, un appuntamento culturale fra i più importanti d’Europa. Dei 150 “grandi libri” che – anno dopo anno – dal 1861 al 2011 hanno “scandito la storia d’Italia e hanno contribuito a plasmare il nostro costume, il gusto, il nostro pensiero” (infatti…), solo 15 sono scritti da donne. Noidonne.org

E’ ironico anche il titolo del Corriere della Sera: “Su 150 autori d’Italia solo 15 scrittrici. La nostra matrice letteraria è maschile”. Quindici su centocinquanta non è una buona percentuale. Possibile che tra quei SuperLibri (doppia maiuscola), “i totem, i must, i testi fondativi su cui l’Italia si è formata e si è lacerata”, non vi sia nessun titolo che porti la firma di una donna? BIl giornalista si domanda “se è la cultura dell’Italia unita a essere (stata) maschilista, se è lo sguardo a posteriori a peccare di strabismo, o piuttosto se l’una cosa non si sommi all’altra”.Eppure non c’è stato maschio capace di scrivere un capolavoro come Menzogna e sortilegio di Elsa Morante o di restituire al lettore una testimonianza intima e insieme pubblica come Lessico familiare di Natalia Ginzburg.

Il Sole24Ore si unisce al coro delle proteste e propone una sua scelta di scrittrici da elevare a «must» del Belpaese … “Ma la storia d’Italia degli ultimi 150 anni deve molto anche alle donne … vi proponiamo un nostro elenco di «Super Libri» scritti da donne: Matilde Serao, Il ventre di Napoli (1884); Ada Negri, Fatalità (1892); Sibilla Aleramo, Una donna (1906); le opere di Maria Montessori ai primi del ‘900; Grazia Deledda, Canne al vento (1913); i romanzi di Liala (pseudonimo di Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi) negli anni trenta; Natalia Ginzburg, Lessico famigliare (1963); Elsa Morante, La storia (1974); Oriana Fallaci, Un uomo (1979); Rossana Rossanda, Un viaggio inutile (1981); Dacia Maraini, La Lunga vita di Marianna Ucria (1990).

Per leggere l’articolo, clicca qui: Sole24Ore

Uso della lingua

matrice: un uso ironico della parola. Sebbene il termine derivi dalla parola madre, nella letteratura italiana si trovano solo “padri”.
peccare di strabismo: avere un’immagine distorta. Guardare in una sola direzione.

 

 

 

Salone del Libro di Torino / la “Fiera del maschio italiano”

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