Donna si copre il viso con le mani

(fonte: Sabina Minardi, L’Espresso)

Dei giovani italiani sotto i 30 anni uno su 5 è tagliato fuori.   Non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere. Non fanno sport, non vanno al cinema, non leggono un libro. Dormono a lungo. Abitano a casa dei genitori. Vivacchiano rassegnati.
Non si tratta di quei “teenagers per sempre” apatici e inconcludenti protagonsiti di tanti film e romanzi che con uno schiaffo della vita ad un tratto ritrovano la buona strada e diventano adulti. Qui parliamo di 2 milioni e 100 mila giovani italiani in carne ed ossa  che vivono così, tagliati fuori dal presente e senza un futuro. Sono ragazzi tra i 15 e i 29 anni che i sociologi hanno gelidamente battezzati Neet: acronimo di “not in education, employment or training”. Tradotto: nullafacenti. Un pezzo di società che oggi con disagio sopravvive.
I Neet rappresentano addirittura il 22,1 per cento dei giovani italiani. Dato ben più alto di quello europeo: abbiamo raggiunto gli spagnoli, che da anni sono primatisti europei (20,4 per cento nel 2009 secondo Eurostat). E promettiamo di fare di più.

Colpa dello scenario economico, certo: ma non solo. E’ il clima generale a scoraggiare. E così, da scettici e disincantati, i giovani si trasformano in  fannulloni.
Per leggere l’articolo di Sabina Minardi, clicca qui: L’Espresso

Uso della lingua

essere tagliato fuori: essere escluso
vivacchiare: vivere con difficoltà. Il suffisso ‘chiare’ attribuisce al verbo il significato di ‘poco e male’. Es: mangiucchiare, studiacchiare ecc..
in carne ed ossa: vero, reale.
nullafacente: che non fa nulla, disoccupato. Il termine non ha una conotazione dispregiativa a differenza del termine fannullone, che indica pure una persona che non fa nulla, ma che ha invece un significato derogatorio.

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