Tre giovani ricercatrici

(fonte: Giovanni Caprara, Corriere)

Carmen Giordano (Politecnico di Milano) studia un cervello-intestino artificiale. Maria Rosa Antognazza (Istituto Italiano di Tecnologia) lavora alla retina del futuro. Angiolina Comotti (Bicocca) vuole assorbire la Co2 con i «pori» dei materiali.

«Al mattino accompagno i figli a scuola e poi inizio a fare lo ‘scienziato’, come dicono i miei piccoli». Sorride Carmen Giordano parlando della giornata e la sua è una storia molto simile in tanti aspetti a quella di Maria Rosa Antognazza e Angiolina Comotti; tre vite da ricercatrici di successo alle frontiere della scienza.

Delle storie delle tre scienziate (che si possono leggere nell’articolo), scegliamo quella di Angiolina Comotti. “Angiolina Comotti insegna chimica industriale all’Università di Milano-Bicocca con periodiche puntate alla New York University. La ricerca è la sua passione sin da bambina. Il suo obiettivo era scoprire dei materiali porosi con i quali realizzare nano-spugne ideali per intrappolare l’anidride carbonica. ‘La cattura e purificazione è rilevante per il nostro pianeta. Assistiamo quotidianamente alle conseguenze del riscaldamento climatico causato dal suo continuo aumento nell’atmosfera. I materiali porosi possono dare un contributo prezioso nell’affrontare il grave problema. Le nano-spugne infatti assorbono la Co2 e,sfruttando la luce solare, la trasformano in prodotti utili a tutti”.

Per leggere l’articolo di Giovanni Caprara, clicca qui: Corriere della Sera.

Carmen, Maria Rosa e Angiolina

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