Una donna sbuccia una cipolla

(Fonte: Antonio Stella Il Post)

«Io il loro odore lo sento un po’ dappertutto. Lo annuso in una carota che al mercato gli è stata vicina, ma la cosa che mi fa più schifo è quando contaminano un frigorifero, anche l’acqua in bottiglia o il ghiaccio che è in un altro scomparto.»

[…]Fin da bambino, con mio papà, odiavo aglio e cipolla, mentre mia mamma, con mio fratello, ne andava matta. Uno scontro quotidiano, un litigio continuo. Ma niente di proustiano, una banalità come un’altra, due schieramenti di gusto ma soprattutto di partito preso (senza ideologia) come Milan/Inter, Lazio/Roma, Mercedes/BMW, Lancia/Alfa Romeo, Coca/Pepsi, Vespa/Lambretta, Coppi/Bartali, mare/montagna, cane/gatto. Irrazionale ma profondo. Radicato e radicale. Un’idiosincrasia.

[…] E poi affettare le cipolle fa lacrimare (oltre a far puzzare mani, coltello, tagliere e tutto l’ambiente). E quindi per fare lo spiritoso negli anni Ottanta cantavo «No onions, no cry», che alludeva al titolo della canzone di Bob Marley.

Per leggere tutto questo divertente articolo di Antonio Stella clicca qui: Il Post.


SPUNTI PER LA DISCUSSIONE (E PER FARSI UNA RISATA)

Perché Shakespeare sconsigliava agli attori di mangiare aglio e cipolla?

Cos’hanno in comune Antonio Stella e Berlusconi?

Che cosa fa il giornalista quando deve viaggiare?

Anche nelle vostre case o con i vostri amici ci sono “schieramenti di gusto” come questi descritti da Stella?
Milan/Inter, Lazio/Roma, Mercedes/BMW, Lancia/Alfa Romeo, Coca/Pepsi, Vespa/Lambretta, Coppi/Bartali, mare/montagna, cane/gatto.

Questo articolo ha decisamente un tono ironico. Quali parti avete trovato più divertenti?

Voi avete delle “idiosincrasie” così forti come quelle descritte il questo articolo? Quali sono?

Osservazioni sullo stile e la lingua

Questo è uno di quegli articoli che si leggono con piacere anche quando non si condivide la premessa (l’odio per aglio e cipolla), proprio per come è scritto: è colto ma accessibile, leggero ma profondo, divertente e insieme stratificato.
Un linguaggio informale, con incursioni volutamente “basse” (es. “puzza”, “non ci vado neanche morto”), accanto a citazioni letterarie, religiose e storiche che alzano il tono, ma sempre mantenendo una vena di ironia.

L’argomento – l’odio per aglio e cipolla – è il filo conduttore, ma è soprattutto un pretesto per parlare di identità, cultura, gusto, superstizione, linguaggio.

L’autore gioca con contrasti culturali e linguistici (dal Corano a Shakespeare, da Boccaccio alla zuppa di cipolle parigina) in modo leggero ma non superficiale.

Ogni paragrafo è un piccolo affresco tematico: esperienze personali, aneddoti storici, citazioni dotte, osservazioni di costume, folklore popolare.


Quelli che odiano aglio e cipolla

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