
(fonte: Eleonora Chioda Repubblica)
Un giorno non lontano, un articolo scientifico che annuncia una nuova scoperta potrebbe non essere più scritto da uno scienziato. «C’è un nuovo sistema, basato su intelligenza artificiale generativa, capace di scrivere una pubblicazione che potrebbe essere pubblicata e applaudita in una delle più importanti conferenze di machine learning. Un sistema in grado di formulare una teoria, condurre esperimenti da solo al computer, scrivere un paper completo di grafici e tabelle e persino redigere le revisioni. Il costo? Dodici dollari».
Tomaso Poggio, professore presso il dipartimento Brain and Cognitive Sciences del Massachusetts Institute of Technology da oltre quarant’anni, pioniere della neuroscienza computazionale e dell’apprendimento automatico, è una figura di riferimento mondiale nel dibattito sull’intelligenza artificiale. Ha lavorato con Marvin Minsky, che al MIT immaginava le prime forme di intelligenza artificiale, e con Francis Crick, l’uomo che ha scoperto il DNA e poi si è messo alla ricerca di una teoria della mente. Poggio si muove da sempre tra quei due mondi: biologia e computer science. Fisico, ha formato generazioni di scienziati, tra cui Denis Hassabis, il Ceo di DeepMind, premio Nobel per la Chimica 2024.
[…] È un punto che pochi conoscono: pubblicare articoli scientifici originali è il cuore della carriera di un ricercatore. Se a farlo saranno le macchine, cosa resterà del mestiere dello scienziato? «Perché dovrei pagare uno studente per produrre nuova scienza? Perché dovrei insegnare?»
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Spunti per la discussione
Ecco i punti principali dell’articolo
🔹 L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando la scienza: Esiste già un sistema AI capace di scrivere articoli scientifici completi (con esperimenti, grafici e revisioni) a un costo bassissimo (12 dollari). In futuro, questi articoli potrebbero essere accettati nelle conferenze più prestigiose di machine learning, mettendo in crisi la carriera accademica degli scienziati.
🔹 La preoccupazione di Tomaso Poggio: Poggio, esperto di neuroscienza computazionale al MIT, teme che se le macchine iniziano a produrre ricerca scientifica originale, il ruolo degli scienziati e l’intero sistema accademico (MIT, Harvard, Stanford) potrebbe crollare. Si chiede: “Perché dovrei pagare studenti per fare scienza, se le macchine lo fanno meglio e più velocemente?”.
🔹 La rivoluzione del machine learning: Poggio spiega che la scienza informatica ha vissuto un cambio di paradigma. Prima i computer venivano programmati con istruzioni precise. Poi, negli anni ’90, si è passati a “addestrarli” con esempi, permettendo loro di imparare da soli (machine learning). All’inizio si usavano poche immagini per l’addestramento, oggi milioni.
🔹 Il problema attuale: Nonostante la potenza dell’AI generativa (come GPT), non capiamo ancora esattamente come funzioni. Poggio paragona la situazione alla scoperta dell’elettricità: Alessandro Volta creò la prima batteria nel 1800, ma la teoria arrivò solo sessant’anni dopo con Maxwell. Oggi siamo in una fase simile: creiamo sistemi avanzati senza avere una teoria completa per spiegarli o per garantirne la sicurezza e l’allineamento ai valori umani.
🔹 Conclusione: Poggio avverte che, senza una teoria chiara, l’AI può spaventare e sfuggire al controllo umano, cambiando radicalmente la scienza e la società.
💡 Domande generali di riflessione
Vi sentireste a vostro agio nel leggere uno studio scritto interamente da un’AI? Sareste più scettici sulla sua affidabilità?
Se le macchine iniziano a pubblicare articoli scientifici, come cambierà il valore del lavoro umano nella ricerca?
🔎 Domande sull’impatto sull’istruzione e la carriera scientifica
Poggio teme che l’AI possa minare le carriere accademiche tradizionali. Pensate che in futuro i ricercatori dovranno reinventarsi? Quali nuove competenze potrebbero essere necessarie?
Se la ricerca scientifica diventa automatizzata, quale potrebbe essere il ruolo principale degli scienziati? Supervisionare, validare o concentrarsi solo su aspetti teorici?
Come dovrebbe evolvere l’università per preparare gli studenti a un mondo in cui l’AI produce scienza?
🌐 Domande etiche e sociali
Se l’AI scrive articoli scientifici, come possiamo prevenire la diffusione di informazioni false o manipolate?
Pensate che la scienza “automatizzata” renderà la conoscenza più accessibile o la monopolizzerà a vantaggio di poche aziende e istituzioni?
Secondo voi, le AI dovrebbero essere riconosciute ufficialmente come autrici di articoli scientifici o la paternità dovrebbe restare agli scienziati umani?