(fonte: Laura Ricci, Sole 24Ore)
È Federica Manzon, con Alma (Feltrinelli), la vincitrice della sessantaduesima edizione del Premio Campiello. Si è aggiudicata 101 voti su 287 espressi dalla giuria popolare. «Poiché è un libro che parla del confine, questo premio lo dedico a tutte le persone che stanno attraversando il confine, in particolare il confine Orientale dell’Italia, e che lo fanno sognando un presente – prima ancora che un futuro – migliore, in un momento in cui a Trieste il trattato di Schengen è stato sospeso in anticipo rispetto a altre parti d’Europa, ed è ancora sospeso. Vorrei che la mia piccola vittoria fosse un auspicio per andare in un’altra direzione», ha detto Manzon.
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Per comprendere a fondo Alma di Federica Manzon, vincitore del Premio Campiello 2024, è utile avere alcune nozioni storiche e geografiche che influenzano i temi e i personaggi del libro.
Contesto storico
L’Europa post-socialista: una parte significativa di Alma si svolge nell’Europa dell’Est, in una regione che sta emergendo dall’eredità del socialismo e della dittatura. È utile avere una conoscenza della storia dell’influenza sovietica e delle transizioni politiche ed economiche avvenute dopo il crollo dell’Unione Sovietica, verificatesi negli anni ’90. Il romanzo esplora gli impatti sociali, economici e psicologici di questo cambiamento sulle generazioni cresciute in quel contesto.
Contesto geografico
Trieste e le terre di confine: Alma è originaria di Trieste, città di confine nel nord-est dell’Italia, una zona con una storia complessa e diversificata, crocevia di culture italiane, slave e germaniche. Trieste ha una storia di contese territoriali, soprattutto nel corso del XX secolo, e questi elementi influenzano la percezione dell’identità e dell’appartenenza di Alma.