persone di spalle. Image of people with their backs turned toward the camera

(fonte: La Stampa)

Dopo il successo degli atleti italiani di seconda generazione alle Olimpiadi di Parigi, la legge sulla cittadinanza è tornata al centro del dibattito pubblico. Attualmente, la cittadinanza in Italia si basa sullo Ius Sanguinis, che riconosce il diritto a chi nasce da genitori italiani. Tuttavia, si discute di possibili riforme come lo Ius Soli, che concede la cittadinanza a chi nasce sul territorio italiano, lo Ius Soli Temperato, che include i figli di genitori che soggiornano regolarmente, lo Ius Scholae, legato al completamento di un percorso di studi, e lo Ius Culturae, che prevede l’acquisizione della cittadinanza attraverso l’integrazione culturale nel Paese ospitante. La legge sulla cittadinanza potrebbe cambiare le sorti di quasi sei studenti di nazionalità straniera su dieci.

Per leggere tutto l’articolo, clicca qui: La Stampa

Un altro articolo che spiega bene la questione è quello di Silvia Testa su La7

Ius soli e ius scholae

In primis lo ius soli propone la cittadinanza a chi nasce nel territorio italiano, così come accade ad esempio, tanto per citare alcuni casi, negli Stati Uniti e in Canada, ma anche in Argentina e Brasile. Lo ius soli è stato la bandiera del centrosinistra prima di finire su un binario morto alla Camera nel 2022.

Lo ius scholae invece riconoscerebbe il diritto alla cittadinanza per i minori stranieri nati in italia o arrivati entro il 12esimo anno di età, che hanno vissuto legalmente e senza interruzione nel nostro Paese e che abbiano completato un ciclo di studi. La versione del centrosinistra proponeva la frequenza di un ciclo scolastico italiano di almeno 5 anni.

La proposta di Forza Italia

Forza italia l’ha rilanciata declinandola in modo molto più restrittivo: lo ius scholae può essere un passo fondamentale per l’inclusione sociale dei minori stranieri, ma di fatto comprende un ciclo di studi di 10 anni ovvero tutto il periodo dell’istruzione obbligatoria, fino ai 16 anni. Se questa proposta dovesse essere presentata e diventare legge interesserebbe, il primo anno, 300mila minori che studiano nelle scuole italiane. 

Per leggere tutto l’articolo di Silvia Testa clicca qui: La7

Legge sulla cittadinanza, le differenze tra ius sanguinis, ius soli e ius scholae

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