(fonte: Alain Elkann, La Stampa)
In occasione della Giornata della Memoria, abbiamo scelto questo articolo a testimonianza del prezioso ruolo giocato dagli scrittori ebrei italiani nel 900. A ricordarlo è stato Alain Elkann, nel suo intervento all’ambasciata italiana a Londra. La letterarura ebraica in Italia è “tanto integrata al resto della coscienza collettiva che spesso e volentieri non viene neppure riconosciuta come tale. Ma italiana punto e basta.
“Più che storia della differenza, pur tra integrazioni e discriminazioni, è dunque una storia d’incontri. Il risultato è un percorso narrativo che parte da Italo Svevo – il padre della «letteratura europea in Italia», a Alessandro Piperno. Nel mezzo Moravia, Primo Levi e Carlo Levi, Natalia Ginzburg, Giorgio Bassani. Grandi della letteratura italiana (ma non solo) che interpretano, ciascuno a modo suo, l’epopea del Novecento dal loro osservatorio privilegiato di «ebrei, mezzi ebrei, religiosi o laici» .
«Da italiani – dice Elkann – dovremmo essere orgogliosi di avere una delle più importanti letterature ebraiche del mondo, scritta in italiano».
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Uso della lingua
spesso e volentieri: è un modo di dire che si usa per rafforzare l’avverbio spesso. In inglese “as often as not”.
punto e basta: un’altra espressione idiomatica che significa “senza ulteriori discussioni. In inglese “period”.