Riccardo Muti(fonte: Repubblica)

Continuiamo a riportare le iniziative volte a celebrare il centocinquantenario dell’Unità d’Italia che si svolgono in questi giorni. Sabato scorso a Roma il maestro Riccardo Muti ha diretto il Nabucco di Verdi.

“Un Nabucco pervaso di spirito risorgimentale. L’altra sera all’Opera di Roma l’obiettivo contro cui manifestare non era l’Austria imperiale, ma i tagli ai fondi per la cultura decisi dal governo. … il maestro Muti, già sul podio con la bacchetta in mano, si rivolge al pubblico e svolge questo paragone: ‘Il 9 marzo del 1842 Nabucco debuttava come opera patriottica tesa all’unità ed all’identità dell’Italia. Oggi, 12 marzo 2011, non vorrei che Nabucco fosse il canto funebre della cultura e della musica’.
“Poi è cominciato lo spettacolo. Ma l’episodio più inedito doveva ancora svolgersi. Giunto al famoso coro del terzo atto, quel ‘Va’ pensiero‘ che ha fatto tremare il cuore dei patrioti di un secolo e mezzo fa, la domanda era nell’aria: ci sarà un bis? Ma Muti, una volta finito il celeberrimo coro, fa di più. Si gira verso il pubblico e dice: ‘Sono molto addolorato per ciò che sta avvenendo, non lo faccio solo per ragioni patriottiche, ma noi rischiamo davvero che la nostra patria sarà ‘bella e perduta’, come dice Verdi. E se volete unirvi a noi, il bis lo facciamo insieme”.

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Note culturali

Va pensiero: è uno dei cori più noti della storia dell’opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al salmo 137. Questo coro di ebrei fu interpretato dal pubblico dell’epoca come una metafora della condizione degli italiani soggetti a dominio austriaco.

Nabucco per i 150 anni dell’Unità d’Italia

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