(fonte: Paolo Gallori, Repubblica)
Andrea Bocelli non è nato cieco. Questo drammatico passaggio dalla luce all’oscurità l’artista lo descrive in un romanzo autobiografico, La musica del silenzio. “Sono sempre stato vivace e incontenibile. Da ragazzino amavo giocare a calcio e un giorno, durante una partita, una pallonata mi colpì proprio sull’occhio destro, l’unico dal quale riuscivo a scorgere la luce e i colori.
Il glaucoma e l’incidente rubarono ad Andrea il sogno di un qualsiasi bambino italiano, per consegnarlo a una straordinaria storia di musica. Andrea ha imparato presto a muovere le sue mani al buio. Le dita percorrevano i manuali braille di diritto e accarezzavano i tasti del pianoforte. Prima che Zucchero lo scoprisse, Boccelli aveva fatto in tempo a prendere una laurea in giurisprudenza. E fu una canzone di Zucchero, Il mare calmo della sera, a sospingere Bocelli alla vittoria di Sanremo 2004 nella categoria delle nuove proposte. Canzone che divenne il cavallo di Troia con cui Bocelli avrebbe violato il fortino del mercato discografico internazionale entrando poi nello stardom della musica mondiale. Posizione suggellata con l’inserimento del nome di Andrea Bocelli nell’immortale Walk Of Fame di Hollywood, lo scorso marzo.
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Uso della lingua
Il cavallo di Troia: una metafora per dire “la via al successo”.
violato il fortino: ancora una metafora per dire “conquistato” il mercato disco