I volti di Lombroso in una tecla della Mole Antoneliana(fonte:  Cristina Insalaco, La Stampa)

Sapete chi era Cesare Lombroso? Era un medico e un antropologo dell’Ottocento ed è stato uno dei fondatori della moderna criminologia. Le sue terorie si basavano sul concetto del criminale per nascita, secondo cui l’origine del comportamento criminale era insita nelle caratteristiche fisiche del criminale, persona fisicamente differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie e atavismi, che ne determinavano il comportamento deviante. Nella sua opera, L’uomo delinquente, Lombroso fa un’analisi molto dettagliata dei caratteri somatici criminali, corredandola con immagini. Ora queste immagini sono in mostra al Museo del Cinema di Torino, nella Mole Antonelliana,

La mostra «I mille volti di Lombroso» inizia con un busto in bronzo della testa di Neandertal, che ci porta subito alla scoperta della sua teoria sull’atavismo. Lombroso sosteneva infatti che alcuni individui criminali presentassero i caratteri regressivi tipici dell’uomo primitivo. Sosteneva anche che la terza fossetta occipitale del cranio umano, situata alla base, caratterizzasse i delinquenti, come l’asimmetria del volto, le orecchie appuntite e gli occhi ravvicinati. Lo si può vedere nelle immagini in mostra, da ieri e fino al prossimo 6 gennaio, al Museo del Cinema di via Montebello. In esposizione ci sono 305 fotografie che dialogano con tredici disegni, due manoscritti, un calco in gesso di un cranio e una maschera mortuaria in cera. E ancora strumenti scientifici, manufatti realizzati da pazienti psichiatrici, libri e riviste.

«La mostra vuole raccontare, seguendo l’ordine cronologico delle sue ricerche, i mille volti studiati da Lombroso – dice Cristina Cilli, conservatrice, co-curatrice e responsabile dell’archivio del museo -, che identificava (erroneamente) le persone in base ai propri tratti somatici».

Per leggere l’articolo intero di Cristina Insalaco, clicca qui: La Stampa

Spunti di discussione

Un personaggio e una mostra che non potevano non suscitare delle polemiche. Ne accenna anche l’articolo, in fondo. Voi che ne pensate? Qual è secondo voi l’opinione di scrive l’articolo, e quella ella curatrice della mostra? Da che cosa la si può ricavare?

I volti di Lombroso

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