
(fonte: Sabino Cassese, Corriere)
La fuga dalle urne, il non voto, una volta fenomeno marginale, è divenuto strutturale. Per circa trenta anni della storia repubblicana ha votato il 93 per cento degli aventi diritto al voto. Poi, per un quindicennio, l’87; più tardi il 73; alle elezioni politiche del 2022 quasi il 64; ora, nelle elezioni regionali dei giorni scorsi, una minoranza, tra il 42 e il 45 per cento. Questo vuol dire che 5-7 milioni circa di elettori sono rimasti a casa, senza adempiere quello che la Costituzione definisce dovere civico.
Per leggere tutto l’articolo di Sabino Cassese, clicca qui: Corriere
Note culturali e di attualità
Sabino Cassese, l’autore dell’articolo è un eminente giurista e accademico italiano. È stato professore ordinario di Diritto Amministrativo in diverse università, inclusa l’Università di Roma “La Sapienza,” ed è Professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa. È anche una delle grandi firme del Corriere della Sera. In questo articolo riflette sull’astensionismo, la tendenza crescente a non andare a votare, un fenomeno che si è manifestato con particolare gravità nelle ultime elezioni regionali che si sono tenuto lo scorso weekend.
Vi invitiamo a leggere anche questo editoriale – sempre sullo stesso argomento e che aggiunge osservazioni interessanti: “L’Italia tra senso civico e declino”, di Carlo Cottarelli, Corriere.
Spunti per la discussione
- Quali sono, secondo Sabino Cassese le cause principali della crescente astensione alle urne in Italia?
- Che cosa intende quando scrive che la politica si è trasformata in un’“ideologia leggera” che privilegia slogan e semplificazioni?
- Se la politica diventa soprattutto “arte senza pensiero”, quali rischi ci sono per la democrazia e per la rappresentanza? Secondo voi, questo può favorire il populismo? Perché?
- Come può l’aumento dell’astensione rendere più forte chi usa un linguaggio populista? Che conseguenze può avere questo sulla credibilità delle istituzioni democratiche?
- Cassese distingue tra partecipazione attiva (discussione, informazione, impegno) e il semplice voto. Se questa partecipazione attiva diminuisce, secondo voi favorisce il populismo invece di proposte politiche concrete? Perché?
- Cottarelli sostiene, “occorre rimuovere gli ostacoli pratici al voto, per esempio consentendo il voto a distanza, la cui assenza è diventata più problematica del passato in un Paese dove sempre più si lavoro in una città diversa da quella di residenza”. Secondo voi, l’introduzione di sistemi di voto più moderni – per esempio attraverso l’uso di Internet – potrebbe migliorare la situazione?
- Qual è la realtà nel vostro paese? Anche da voi si registra una fuga dalle urne?




