Dipinto di Massimo Stanzione. Pietà.

(fonte: Damiano Laterza, IlSole24Ore)

Tra le centinaia di articoli pubblicati in questi mesi per il centenario della nascita di Pasolini, vi proponiamo questo del Sole24Ore su una mostra a lui dedicata, che illustra in modo molto efficace da dove nasce quella speciale sacralità dei temi più cari di questo controverso e sofferto autore.
Eccone alcuni passaggi.
[…] Ad affascinare Pasolini non sono solo le opere dei grandi artisti del passato: Giotto, Masaccio, Piero, Rosso, Pontormo. […] Ad attrarlo è anche – forse persino di più – la loro rappresentazione. Perché in quelle sequenze visive c’era già un’idea di cinema, solo che all’inizio Pasolini non lo sapeva ancora; l’avrebbe scoperto più tardi
[…] La pittura antica diviene qui archetipo del cinema, e il cinema permette la sopravvivenza della pittura antica. I piani si moltiplicano ma nella distanza, la ripresa dal vivo della realtà non si perde, anzi si conserva. […] il simbolismo della croce assume un respiro universale: religioso, mitico, antropologico, rituale, fino a diventare quasi un’icona totemica la cui perturbante potenza visivo/evocativa travalica i limiti dei generi artistici, dei contesti culturali, persino delle differenze sessuali, se nei versi giovanili de “La Passione” il poeta aveva potuto attribuire a Cristo un «corpo di giovinetta». […] Alla fine però la protagonista assoluta della poetica pasoliniana è, per stessa ammissione dell’artista, la «corporalità popolare», ultimo rifugio di una cultura autenticamente reale, «sopravvissuta quasi unicamente nei corpi e precisamente nei corpi delle classi povere».
Per leggere tutto l’articolo di Damiano Laterza clicca qui: IlSole24Ore

Note informative

https://www.repubblica.it/venerdi/2022/02/11/news/cent_anni_di_pasolini_le_iniziative_in_tutta_italia-336863389/

La sacralità del corpo nell’arte di Pasolini

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