(fonte: Angela Frenda, Corriere)
A ricordargli di rimanere umile ci hanno pensato, mentre cresceva, papà Bruno (confezioniere in una ditta di moda, classe ‘25, scomparso a 84 anni) e mamma Maria Luigia, che poi è sempre stata la vera appassionata di cucina. Da lei Oldani ha preso l’amore per le ricette, a cominciare da quelle storiche che ha sempre collezionato. […]
Questo spiega ogni giorno agli aspiranti cuochi. «Dedicarsi completamente alla cucina è l’unico modo di fare bene il nostro lavoro. E lo abbiamo capito tantissimo durante questo periodo terribile: se non avessimo avuto questo approccio, che qualcuno può considerare quasi calvinista, ci saremmo spezzati». E invece, è arrivata la seconda stella. «Sì, la prova che abbiamo lavorato nella direzione giusta. La nostra forza è riuscire a comunicare, ad una platea ampia, l’importanza di valori come innovazione, semplicità, inclusione, tutela dei prodotti e del proprio personale. E poi anche il grande attaccamento nei confronti della comunità che mi circonda e che mi ha accolto con la mia impresa, quando non era così scontato».
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Spunti per la discussione
- Nell’articolo, la cucina di Davide Oldani viene definita Pop, sapreste dire perché?
- Si dice anche che Davide Oldani è stato invitato a Harvard a esporre la sua filosofia. Leggendo l’articolo, riuscite a mettere a fuoco la sua filosofia?
- Quali sono i principali tratti del carattere di Oldani? E gli eventi della sua vita qui messi in rilievo? Come hanno influito sul suo essere un cuoco eccezionale?