(fonte: Emilia Costantini, Corriere)
«Una gioielleria di emozioni». Così Sergio Castellitto definisce «Natale in casa Cupiello», il capolavoro di Eduardo De Filippo di cui è protagonista nella trasposizione cinematografica diretta dal regista Edoardo De Angelis, in onda il 22 dicembre in prima serata su Rai1.
«Quest’opera è una tragedia che fa ridere – interviene De Angelis – Una casa distrutta e una famiglia in frantumi sono tenute in piedi dall’ostinazione di Luca che si adopera per allestire il sogno del suo presepe… che piace solo a lui». È infatti ricorrente la risposta tagliente del giovane Tommasino al padre: «Nun me piace ‘o presepe».
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Note culturali
Eduardo De Filippo (1900-1984): è uno dei drammaturghi (attore e scrittore per il teatro) più importanti e amati del Novecento. Era napoletano e la maggior parte delle sue opere sono in dialetto o in un italiano fortemente influenzato dal napoletano. “Natale in casa Cupiello”, del 1931) è probabilmente la sua opera più nota. Si svolge nell’arco di cinque giorni intorno a Natale, nella casa della famiglia Cupiello. Il padre, Luca, è amante delle tradizioni e, in questo caso, del Presepe, mentre il figlio e la moglie lo criticano.
Sergio Castellitto: è un noto attore italiano.
Spunti per la riflessione
- Leggendo tutto l’articolo, noterete che l’opera di De Filippo è ambientata negli anni ’50 invece che negli anni ’30 come nell’opera originale. Perché il regista ha deciso questa diversa collocazione temporale?
- Cosa rappresenta il Presepe per Luca Cupiello?
- Perché nell’articolo Luca Cupiello viene paragonato all’Idiota di Dostojevski?