Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica in Pane amore e fantasia

(fonte: Alberto Mattioli, Il Foglio)

Certo, la Lollo veniva da un’Italia che usciva stremata e affamata dalla guerra e sognava l’abbondanza, proprio quella fisica, carnale, ghiandolare. Così, passata ’a nuttata, già alla famosa Miss Italia del 1947 fu un trionfo di signorine grandi forme: in un colpo solo, Lucia Bosè, Gianna Maria Canale, Eleonora Rossi Drago, Silvana Mangano e, appunto, Gina Lollobrigida, così diverse dalle bellezze nervose e sportive del fascio. Non erano ancora tempi di scomuniche politicamente corrette né di accuse di sessismo: alle miss si chiedevano le misure, non cosa pensassero della condizione della donna; il sogno, confessatissimo, era quello del cinema, o almeno dei fotoromanzi, non di fare il magistrato (fateci caso: tutte le miss attuali vogliono diventare giudice) o di impegnarsi per qualche causa ambientalista. Lo sfondo era ancora contadino, ruspante, alla fine ingenuo: un immaginario di poveri ma belli, pane, amore e fantasia […]

Per leggere l’articolo di Alberto Mattioli, clicca qui: Il Foglio

Note culturali

Gina Lollobrigida, conosciuta anche come la Bersagliera per il suo ruolo nel film Pane amore e fantasia, è morta a 95 anni il 16 di questo mese. Per più di cinquant’anni è stata un’icona del cinema, non solo italiano, ma ha fatto anche altro, è stata scultrice, fotografa ed è anche stata impegnata politicamente. In questo articolo, Alberto Matioli, ne fa un ritratto graffiante legato soprattutto ai suoi primi film, come Pane, amore e fantasia, diretto da Luigi Comencini nel 1953. La foto la ritrae in quel film, in compagnia di Vittorio De Sica, un’altra icona della commedia all’italiana.

Locandina del film Pane amore e fantasia.

Questa è la locandina di Pane amore e fantasia [del 1952] di Comencini, uno dei suoi più importanti successi, che la consacra come una delle dive più amate dal grande pubblico e per cui è premiata con il Nastro d’argento. 

Immagine della Lollobrigida nel ruolo della Fata turchina

La Lollo in Italia viene ricordata anche come la Fata turchina per lo sceneggiato Le avventure di Pinocchio, trasmesso per la prima volta sul Programma Nazionale della Rai nell’aprile 1972. Lo sceneggiato liberamente tratto dal romanzo di Carlo Collodi Le avventure di Pinocchio, la vedeva appunto nel ruolo della Fata Turchina.
Lo sceneggiato fu l’esordio dell’attrice in una produzione televisiva e rimane tuttora nella memoria del pubblico di varie generazioni come un’opera di culto.

Note Linguistiche

passata ’a nuttata, adda passà ‘a nuttata, è la famosissima battuta in napoletano che chiude la commedia di Eduardo De Filippo Napoli milionaria e che è entrata nella nostra lingua con un significato di speranza e ottimismo. Siamo nel 1945 e l’Italia è appena uscita dall’incubo della Seconda Guerra Mondiale. A pronunciare quelle parole è il medico. Nel terzo atto, di sera, quando, dopo estenuanti ricerche, viene finalmente trovato il farmaco che promette di salvare la vita di Rituccia, figlioletta di Gennaro e Amalia, il medico esclama: “Mo ha da passà ‘a nuttata. Deve superare la crisi”.

Che bella era la “Lollo”

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