fiore colorato in mezzo, sopra scritta la milanesiana(fonte: Sara Chiappori, Repubblica)

Inizia l’estate e iniziano i festival, che sfidano il coronavirus, o lo aggirano in qualche modo. Oggi presentiamo la Milanesiana, un appuntamento culturale ormai tradizionale, creato e organizzato da Elisabetta Sgarbi.

Non di solo streaming può vivere un festival. Sarebbe un paradosso che ne nega la natura primaria di generatore di relazioni. Dunque, bene l’online, che ha ci ha salvato dal silenzio, ma è ora di tornare dal vivo. “Non ho voluto arrendermi all’immaterialità: la cultura è anche esperienza fisica, emozione condivisa. Ritengo doveroso che si agiti e ci agiti, pur nel necessario rispetto delle norme”, sostiene Elisabetta Sgarbi che, per la ventunesima edizione della Milanesiana, firma un palinsesto ibrido tra reale e virtuale. Ridimensionato dalla regole imposte dall’emergenza sanitaria, ma più che mai fedele allo spirito multiplo di una rassegna che incrocia letteratura, arte, musica, teatro, filosofia, scienza, diritto, economia.

Per leggere l’articolo di Sara Chiappori, clicca qui: Repubblica.

Spunti di riflessione

Nell’articolo si dice che La Milanesiana è “un gran tour alla riscoperta dell’Italia”, perché? Quali luoghi d’Italia sono coinvolti?

Nell’articolo si usano espressioni sofisticate, come questa “Un programma di virtuosismi combinatori e logistici”. Provare a dire la stessa cosa con parole diverse.

 

 

 

La Milanesiana 2020

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