Una tabella con i dati della violenza a Napoli

(fonte: Andrea Malaguti, La Stampa)

Andrea Malaguti fa un lungo – e agghiacciante – reportage sulla Camorra a Napoli.

Diciottenni con la pistola e il kalashnikov pronti a sparare a tutto e a tutti per conquistare un vicolo,

unapiazza, uno scantinato o un garage dove spacciare droga o imporre il pizzo. Centinaia di ragazzini fuori controllo e senza regole, imbevuti del mito di Gomorra, capaci di terrorizzare i quartieri nel cuore della città, cominciando a fare fuoco a 13-14 anni e concludendo la propria parabola criminale prima di compierne 25. La loro fine, in genere, è una galera. O, se va male, una bara. …

I banditi, certo, ma «anche», appunto, il deserto educativo e le fragilità familiari dei quartieri Spagnoli o dei rioni Sanità e Forcella, incastrati nel centro storico e appoggiati alla schiena delle case eleganti della Napoli bene, dove i revolver sono più numerosi delle lavagne. Secondo un rapporto di Save the Children, pubblicato il 2 dicembre, nel Napoletano il 19,76% dei ragazzi non arriva al diploma, il 35,8% degli alunni non raggiunge livelli sufficienti di competenza matematica e il 28% non sa leggere. Per leggere l’intero articolo di Andrea Malaguti, clicca qui: La Stampa.

Note culturali e linguistiche

Camorra: è il termine che designa la mafia a Napoli
Pizzo: nel gergo della camorra e della mafia è la tangente che viene estorta ai negozianti o agli imprenditori
Gomorra: qui si allude al famoso reportage sulla camorra scritto da Roberto Saviano
Napoli bene: in questa accezione, bene significa di livello sociale elevato

 

Napoli, due città

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