tavola apparecchiata in una sala elegante(fonte: Simone Fanti, Io Donna) In rete li chiamano home, pop up o underground restaurant e sono la rappresentazione più concreta di un nuovo modo di stare a tavola: il social eating. Ovvero sconosciuti che si incontrano a tavola a casa di un cuoco non professionista. Un’alternativa al classico ristorante: gli avventori, paganti, infatti sono invitati in case private. Basta un po’ di spazio, talento ai fornelli e molta empatia per ospitare persone differenti ogni sera. “Nessuna norma impedisce di ricevere a casa propria amici e ospiti e farsi pagare per il disturbo – racconta Michele Ruschioni, blogger di 37 anni che con sua moglie Daniela Chiappetti, imprenditrice nel settore turistico ha iniziato questo secondo lavoro da un paio di anni  Fino alle 18 facciamo altro, poi torniamo a casa e attendiamo i nostri visitatori”….

La coppia, che ha due figli piccoli di cinque e due anni, sfrutta la casa su due piani a Porta Pia a Roma per accogliere fino a 8-10 clienti la settimana. “Oltre alla location bisogna saperci fare – racconta Chiappetti – ti trasformi, soprattutto per i turisti, in una guida turistico-culinaria. Fai ‘passeggiare’ i tuoi avventori attraverso la cultura della cucina romana”. Per leggere tutto l’articolo di Simone, Fanti clicca qui, Io Donna.

Note di cultura

Una ricetta super tipica della cucina romana? Spaghetti cacio e pepe. Volete la ricetta? Cliccate qui. Se volete saperne di più sulla cucina romana, cliccate qui e qui.

L’home restaurant

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