la scritta "bella ciao" sopra uomini e donne armati che sfilano(fonte: Francesco Merlo,  Repubblica)

REGGIO EMILIA. “Bella ciao” eterna, anzi sempre più attuale. La canzone folklorica cantata dai simpatizzanti del movimento partigiano italiano durante e dopo la seconda guerra mondiale, che combattevano contro le truppe fasciste e naziste, si è trasformata negli ultimi anni in un inno alla libertà, risuonato un po’ ovunque: dalle piazze in rivolta ai funerali, dalle manifestazioni di piazza agli studi televisivi. Solo in Italia, scrive Francesco Merlo in un articolo su Repubblica, il canto è ancora oggi etichettato come un “manifesto comunista”.
Nelle scorse ore, “Bella ciao” ha chiuso ad Atene la campagna elettorale per le elezioni politiche di Alexis Tsipras, nella versione dei Modena City Ramblers. «Siamo sempre molto colpiti dall’entusiasmo che suscita Bella Ciao anche fuori dall’Italia. È la canzone che porta con sé valori molto forti e sinceri».

Come inno alla libertà, “bella ciao” è stata rispolverata anche all’indomani degli attentati terroristici di Parigi, ecco Christophe Aleveque che la canta in una trasmissione tivu di solidarietà a Charlie Hebdo e alle sue vittime.

Se vuoi leggere l’articolo di Francesco Merlo, clicca qui: Repubblica

Se vuoi ascoltare la canzone cantata nei diversi paesi, clicca qui: Repubblica

“Bella ciao”, da canto partigiano a inno globalizzato

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