Primo Levi, volto di uomo anziano(fonte: Ernesto Ferrero, La Stampa) «In un’altra lingua» è il titolo di una lezione sul tradurre Primo Levi che Ann Goldstein (traduttrice) e Domenico Scarpa (italianista) hanno tenuto recentemente sia a Torino che a Milano. L’occasione è dovuta a un evento di speciale rilievo, la pubblicazione, nell’autunno 2015 negli Stati Uniti,  della traduzione inglese delle Opere complete di Primo Levi, in tre volumi, presso la Norton Liveright.
È la prima volta, non solo in America, che un’impresa del genere viene dedicata a un autore italiano, non a caso tra i più letti e tradotti, e in continua ascesa nella considerazione critica.

“Levi tradotto, Levi traduttore. È facile pensare subito alle pagine memorabili in cui ad Auschwitz si sforza di tradurre Dante per l’amico Jean Samuel detto Pikolo. La sua competenza linguistica è sistemica (padroneggia bene francese, inglese e tedesco, traduce Heine, Kafka, Lévi-Strauss), va ben oltre la pura sensibilità o il gusto delle etimologie: è nutrita di memoria storica, comporta un continuo raffronto tra sistemi differenti, si spinge sino a inventare codici con cui comunicare con il mondo animale. Osserva Domenico Scarpa, che contribuisce da par suo all’edizione Norton per la parte storico-critica: «Così come il linguaggio cambia peso e valore con la Rivoluzione industriale (civiltà di massa, metropoli, grandi numeri), allo stesso modo torna a cambiare dopo la comparsa di Auschwitz. Che è la morte moltiplicata dall’industria. Levi è il testimone più consapevole (e professionalmente ferrato) di questa natura industriale del Lager, e della necessità di farvi aderire un linguaggio”. L’articolo di Ernesto Ferrero è a pagamento. Per leggerlo clicca qui: La Stampa.

Proposte didattiche

Leggere con un obiettivo

Avrete notato che l’articolo, oltre che di Primo Levi, parla di lingua letteraria e di traduzione. Leggetelo attentamente e rispondete a queste domande:

  1. Che cosa significa scrivere per Calvino? (Calvino è stato un grande scrittore italiano del ‘900, contemporaneo di Levi. Anche Calvino ha scritto un libro sulla Seconda guerra mondiale, Il sentiero dei nidi di ragno, basato sulla sua esperienza di partigiano.)
  2. In che senso Levi viene definito “maestro di understatement”?
  3. La prima traduzione americana di Se questo è un uomo di Primo Levi è stata intitolata Survival in Auschwitz. Perché questo titolo viene definito una banalizzazione?
Primo Levi, “In un’altra lingua”

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