Un panino con Kebab su un tavolo

(fonte: Elisa Poli, Repubblica)

A Milano da poco tempo è comparso un locale che serve kebab un po’ fuori dal comune. Da Mariù kababberia gastronomica (www.mariukebab.it) si sceglie infatti il tipo di pane, carne di produzione italiana condita solo con spezie (arrosto di vitello o pollo) ma anche doner vegetariano e una formula tra kebab “classico” (con cipolle, salsa allo yogurt e harissa, tra le altre) o kebab “gastronomico”, con ingredienti come guacamole, lardo, salsa al pistacchio, crema al carciofo o al tartufo, friarelli, solo per citarne qualcuno. Dietro il locale ci sono Riccardo Cortese, 32 anni, buona forchetta con un passato nel mondo di relazioni pubbliche e pubblicità, originario di Maddaloni, in provincia di Caserta, territorio ricco di tradizioni culinarie. Accanto a lui Federico Pinna, 34 anni, nato a Cagliari che dopo gli studi alla Bocconi, si è lasciato affascinare dal mondo del cibo e del retail nelle varie nazioni, viaggiando sempre con spirito critico.
Insieme hanno creato Foodation, start up specializzata nella realizzazione e gestione di format di “fast & casual dining”, fucina di idee e  cabina di regia con capacità di organizzazione e gestione che partendo da Milano aspira a diventare in breve tempo internazionale.   Per leggere l’articolo di Elisa Poli, clicca qui: Repubblica

Uso della lingua

buona forchetta: si dice di una persona che apprezza il buon cibo.
una fucina di idee: un laboratorio di idee.
friarelli: sono i fiori della cima di rapa (a Roma sono chiamati broccoletti).

Leggere con un obiettivo
Cercate nell’articolo queste informazioni.

1. Che cosa intendono per  “italianità” i creatori di Mariù? Come può essere italiano un ristorante che propone kebab.
2. Quali sono i modelli a cui si sono ispirati?
3. In che cosa consiste il marchio di fabbrica dei progetti targati Foodation?
4. Qual è il mix delle due tradizioni culinarie, quella turca e quella italiana?
5. Perché il ristorante si chiama “Mariù”?

Il nuovo kebab è italiano

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