Disegno di uomo che rappresenta Leopardi(fonte: Paolo Di Stefano, Corriere) Qualche riflessione sull’italiano di oggi:

L’italiano è vivo, viva l’e-taliano! Con questa esclamazione di ottimismo si conclude il nuovo saggio-pamphlet dello storico della lingua Giuseppe Antonelli, Comunque anche Leopardi diceva le parolacce (Mondadori): un libro fatto apposta per sfidare il perbenismo e il catastrofismo linguistico, per smontare cioè le tesi dei profeti di sventura, i tanti che intravedono nella scrittura digitale (sms, mail, post, chat, tweet eccetera) l’inizio della fine della nostra lingua, quelli che a intervalli regolari gridano al tramonto del congiuntivo, all’imbarbarimento lessicale e alla morte della punteggiatura. Ogni lingua, ricorda Antonelli, è un organismo in continua e incoercibile evoluzione: «Se si ama la propria lingua, non c’è peggior delitto di volerla seppellire viva. Di ibernarla in nome di una mai esistita èra glaciale della perfezione». Per leggere l’articolo di Paolo Di Stefano, clicca qui: Corriere.

Attività didattiche

Provate a rintracciare i termini da cui derivano perbenismo, catastrofismo e imbarbarimento e a spiegarne il significato.

Il dizionario Zingarelli della Zanichelli, uno dei dizionari più popolari in Italia, ha inserito nell’ultima edizione vari nuovi vocaboli o espressioni, tra cui: SELFIE, SVAPARE, DIRITTO ALL’OBLIO, NOMOFOBIA, LABBRUTO, WEDDING PLANNER, SCOUTING, SVIRGOLATA, REDDITEST. Alcuni di questi derivano dall’inglese, degli altri, provate a rintracciare la storia.

L’italiano in Italia

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