Scultura geometrica circondata da fiori

(fonte: Elena Loewenthal, La Stampa)

Il 27 gennaio si celebra il giorno della Memoria in commemorazione delle vittime del nazismo e della Shoah. La scrittrice Elena Loewenthal ha scritto un provocatorio articolo contro questa manifestazione.
“Come si fa a scendere a patti con una storia così? Come si fa a farci i conti? A togliersela dalla testa, a non trasformarla in un’ossessione, a evitare che ti si aggrovigli dentro?
A pensare che possa lasciarti in pace anche soltanto un momento, per tutti i giorni della tua vita?
Niente da fare.
Te la trascini dietro. Sai che ci stai dentro e non ne esci più anche se sei nata dopo. …

Altro che GdM. Ci vorrebbe quello dell’oblio, per me. O almeno la possibilità di sistemare tutta quella memoria su una nuvola, come si fa adesso. Non perché sia vuoto, anzi. L’oblio non si fa con il vuoto, ma con il pieno, come il troppo pieno. …

Se solo la si potesse dimenticare, questa storia. Non i suoi morti, che poi sono miei, ma la storia in sé. Le leggi razziali, le persecuzioni, i treni con i deportati, le camere a gas, le torture, le fucilazioni di massa, le violenze assurde. Perché mai coltivarne la memoria, se non per continuare a star male? Ma l’autolesionismo non fa parte della mia identità, né del mio bagaglio morale o teologico. L’ebraismo è una cultura della vita, ha fede nella vita. Non coltiva la morte.

Pensare che gli ebrei ambiscano a celebrare questa memoria significa non provare nemmeno a mettersi nei loro panni. Quella memoria è scomoda, terribile, respingente.
Ne farei tanto volentieri a meno, non finirò mai di ripeterlo. …
Al di là di questo, il GdM sta dimostrando, purtroppo, che la memoria non porta necessariamente un segno positivo, non è utile o benefica di per sé. Può rivoltarsi e diventare velenosa. Scatenare il peggio invece di una presa di coscienza. Come aiuta molti a capire, come fa opera istruttiva, così il GdM è diventato il pretesto per sfogare il peggio, per riaccanirsi contro quelle vittime, per dimostrare che sapere non rende necessariamente migliori. Per leggere l’articolo di Elena Loewenthal, clicca qui: La Stampa.

nella foto: Monumento ai caduti nei campi di concentramento nazisti, BBPR, Milano, Cimitero Monumentale.

Invito alla discussione

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Spazio alla grammatica

Si impersonale e passivante: si celebra è uno dei molti esempi che troviamo in questo articolo dell’uso di questa struttura grammaticale. Provate a cercare degli altri esempi e se volete saperne di più cliccate su http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4024

 
Contro il Giorno della Memoria

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