Primo Levi tiene in mano una scultura

(fonte: La Stampa)

Questo articolo vuole ricordare Primo Levi a 25 anni dalla sua scomparsa.  Ma non il Levi scrittore che tutti conoscono, e nemmeno il chimico, ma l’uomo curioso, l’enigmista, il linguista, l’etologo, l’ideatore di giochi fantastici e perfino di oggetti artistici.
Levi si è sempre definito un osservatore. Una volta ha affermato: sono un kibitzer; in yiddish significa: uno che si diverte a guardare i giocatori durante le partite di carte. Qualcuno che sta alle loro spalle. Giocatore e insieme osservatore.
Tutti i suoi libri a partire dal suo primo Se questo è un uomo, sono fondati sulla osservazione acutissima dei comportamenti umani. Come un kibitzer, Levi  segue gesti, parole, comportamenti, li definisce e classifica. L’atteggiamento dell’etologo gli viene dalla  convinzione che l’intera umanità appartiene a una specie animale: l’animale-uomo. Tutti i personaggi di Levi somigliano a un animale: gatto, topo, scimmia, cane, ragno ecc. Gli animali sono dappertutto nelle sue pagine; e non solo.
Ad un certo punto comincia perfino a costruire animali con i fili di rame ricoperti di vernice, provenienti dalla Siva,  farfalle, gufi, coccodrilli.
Levi era un kibitzer, e un giocatore allo stesso tempo. Amava i giochi di parole e il gioco degli scacchi e nel 1984 con il suo primo computer, un Apple Macintosh; non solo scrive  ma anche, e soprattutto, gioca, a scacchi, compone poesie, e disegna persino il triplice gufo per la copertina del libro L’altrui mestiere (1985).

Il link non è più attivo, La Stampa

Uso della lingua

enigmista: una persona che risolve indovinelli, puzzle, giochi di parole.
etologo: una persona che studia le abitudini di piante e animali e il loro adattamento all’ambiente.

 

 

Primo Levi, l’uomo che guardava i giocatori di carte

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