volumi su una scrivania, foglio e penna

(fonte: Paola Mazzarelli, Sole 24Ore)

Sul Sole 24 ore c’è un blog interessante, intitolato Faber blog – La cultura raccontata da chi la fa, in cui ogni settimana un esponente di una qualche disciplina culturale racconta il proprio lavoro. Vi invitiamo a seguirlo. L’ospite della scorsa settimana è stata Paola Mazzarelli, traduttrice dall’inglese, fondatrice della Scuola di Specializzazione per Traduttori Editoriali di Torino, dove insegna e di cui è coordinatrice didattica e redattrice della rivista online “Tradurre. Pratiche teorie strumenti“. Riportiamo alcune delle sue acute osservazioni sul mestiere di traduttore: “I diecimila libri che si traducono ogni anno escono alla luce e contribuiscono – non certo in piccola misura, se si considera che rappresentano quasi un quarto della produzione editoriale – a creare l’italiano di oggi. E dunque anche quello di domani. Non è responsabilità da poco per noi che quei libri traduciamo e rivediamo e per chi li pubblica e li mette in mano ai lettori. Ed è una responsabilità imprescindibile per chi, a qualunque titolo, opera nell’editoria e presume di fare cultura.
A fare una cattiva traduzione non sono tanto le madornali sciocchezze che a volte si incontrano nei testi tradotti. … È altra, e più subdola, la gramigna delle cattive traduzioni. Per esempio, quell’italiano prostituito all’inglese – la lingua della colonizzazione culturale di oggi – che in certi testi tradotti pare aver perso il senso e i modi della nostra consecutio temporum e aver dimenticato l’esistenza dell’imperfetto e del trapassato prossimo perché in inglese quei tempi hanno usi e frequenze diversi. … O ancora – tanto più dannoso perché apparentemente innocuo – quell’italiano sciatto, impreciso, lessicalmente e sintatticamente povero, dimentico della ricchezza e della forza della propria tradizione, che contraddistingue tante traduzioni di un’editoria frettolosa e irrispettosa dei suoi lettori.

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Uso della lingua

gramigna: è una cosiddetta “erbaccia”, erba cattiva, dannosa, infestante che si diffonde molto rapidamente. Qui è usata in senso metaforico per intendere uno dei problemi più diffusi delle cattive traduzioni.
consecutio temporum: espressione latina che indica le norme che regolano la correlazione dei tempi verbali nelle proposizioni composte.

La cultura raccontata da chi la fa

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