Fabio Volo, foto di uomo con barba

(fonte: Antonio Gnoli, Repubblica)

Da panettiere a scrittore di successo. L’ultimo romanzo di Fabio Volo, Le prime luci del mattino (Mondadori) ha venduto 5 milioni di copie, ed è al primo posto nell’elenco dei best seller. Ma Fabio Volo non è solo scrittore, è anche conduttore televisivo e radiofonico, attore, sceneggiatore, doppiatore. E ha successo in tutto quello che fa. Antonio Gnoli, di Repubblica, lo intervista.

“19 anni. Lavoravo con mio padre al panificio e a un certo punto ho detto basta. Lasciavo la mia famiglia in condizioni economiche precarie e sembrava che abbandonassi la nave che affondava. Non è stato facile: sia andarmene sia entrare in un nuovo mondo”.

Cosa l’ha spinta a quella scelta?
“Il bisogno di rivalsa sociale e l’umiliazione che la mia famiglia e i miei amici hanno subito. Accorgersi della spocchia di certe persone che utilizzavano la cultura per tenerti a distanza, per farti capire che loro erano meglio di te, mi ha fatto montare la rabbia. E me ne sono andato. Per disperazione, per impotenza, perché non ne potevo più. Sapevo che uscendo da quel contesto era come se dicessi a loro: sono meglio di voi. Sono state dinamiche profonde, inquinate dall’amarezza e dalle incomprensioni. A quel punto tornare da perdente avrebbe significato dare soddisfazione a quelle persone che pensavano che sarei rimasto sempre un panettiere”.

Cosa ha fatto nel momento in cui se ne è andato di casa?
“Per un po’ sono rimasto a Brescia, dove sono nato, cercando lavoro nei bar e nelle discoteche. Poi ho iniziato a cantare e siccome ero anche bravino è arrivato il primo contratto con una casa discografica; poi la radio e a seguire tutto il resto”.

Per leggere tutto l’articolo di Antonio Gnoli, clicca qui: Repubblica

Note di cultura

Le prime luci del mattino di Fabio Violo racconta la storia di Elena, una donna sposata infelicemente con un uomo che vede ormai come un fratello. Poi qualcosa la spinge a esplorare territori a lei sconosciuti. Un libro commerciale che piace più al pubblico che ai critici. Come dice Antonio Gnoli, “Più che un fenomeno, Volo è una fenomenologia che va spiegata. Qualunque cosa tocchi  –  dalla radio al cinema, fino al romanzo  –  si trasforma in oro”.

Il fenomeno Fabio Volo

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