L'Hotel Armani a Milano

(fonte: La Stampa)

Le vere porte dell’Armani Hotel Milano appena inaugurato sono gli ascensori. Sono loro che da un ingresso sobrio sulla via Manzoni – niente reception con bancone, solo una scrivania – fanno volare i clienti ai piani alti, direttamente fra i tetti, i terrazzi i campanili e le guglie del centro. «Sliding doors» attraverso cui si passa dal mondo delle vie del Quadrilatero a quello ancor più rarefatto dello stile Armani. Un mondo capovolto, il suo, in cui per andare alle camere si scende e per rilassarsi si sale fino in cima, dove ha voluto la spa che la maggior parte degli hotel sistema sottoterra.
«È il mio sogno realizzato», dice Giorgio Armani.
Il «sogno» ha iniziato a nascere nel 2004, quando Armani e Mohammed Alabbar decisero di fare insieme gli alberghi più belli del mondo: il primo li avrebbe disegnati, il secondo costruiti. A ospitare l’albergo di Milano è un intero isolato, il «Manzoni 31» chiuso fra quattro strade che fu progettato dall’architetto Griffini nel 1937 e ospita anche una targa con citazione dai «Promessi Sposi» a ricordare che quello è luogo manzoniano.
Il caso ha voluto che il suo primo sospiratissimo hotel italiano inaugurasse proprio al deflagrare della crisi economica e politica. «Credo ancora nell’Italia», dice Armani, «le nostre imprese, a parte qualche crac, qualche infiltrazione e qualche megalomania, sono sempre agguerrite. La volontà di farsi strada nel mondo che vidi negli Anni 60 c’è ancora».

Il link non è più attivo, La Stampa

Note di costume e di cultura

Quadrilatero: è il nome che a Milano si dà al quadrato immaginario composto da quattro vie del centro – via Montenapoleone, via della Spiga, Via Manzoni, Corso Venezia – dove si concentrano i negozi della moda.
I promessi sposi è il romanzo storico scritto da Alessandro Manzoni, grande scrittore milanese dell’Ottocento. E’ in parte ambientato a milano.

L’hotel capovolto di Armani

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