(fonte: Massimo Ottolenghi, La Stampa)

E’ il titolo del libro appena uscito di Massimo Ottolenghi, 95enne ancora pieno di energia, ex partigiano e da sempre impegnato nella difesa dei diritti civili, che lancia una sfida ai giovani, “Noi non ce l’abbiamo fatta, abbiamo fallito, ora tocca a voi”, dice. Ma i ragazzi di allora hanno molto contribuito alla nostra storia.

Sulla Stampa esce un suo bel ricordo di Natalia Ginzburg (nella foto), sua amica d’infanzia a Torino, morta il 7 ottobre di 20 anni fa. “Torino era una città a compartimenti stagni. La partita di pallone era un modo per superarli, per conoscere i ragazzi di barriera. Fra loro ho trovato amici veri, che durante le persecuzioni razziali mi sono stati più vicini di molti altri, dell’ipocrita borghesia e anche degli ambienti universitari”. Padre ebreo, madre cattolica: per molto tempo non significò nulla, fino al brusco risveglio delle leggi razziali. … “Eravamo i ‘gagnu‘, i rompiballe ficcanaso che non la smettevano di correre dietro ai più grandi”, racconta. Anche gli echi di quelle partite arrivavano a Natalia, pronti a essere trasferiti nel Lessico famigliare: perché fra i partecipanti c’era Alberto, uno dei fratelli della scrittrice, amico fraterno di Giancarlo Pajetta, il cui fratello minore, Giuliano, era lo scatenato compagno di banco di Ottolenghi”.

Il link non è più attivo: La Stampa.

Uso della lingua

compartimenti stagni: letteralmente sono i locali della nave a perfetta tenuta d’acqua. Di solito quest’espressione è usat in senso figurato per significare gruppi nettamente separati.
di barriera: significa ostacolo. Qui è usato in senso figurato, come ostacolo sociale, ragazzi di una diversa estrazione sociale
gagnu: è un termine dialettale, piemontese, che significa bambino

Ribellarsi è giusto

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *