Nicola Lagioia

(fonte: L’Unità)

Il 29 aprile scorso, nella sede romana della casa editrice Laterza, si sono incontrati 150 scrittori e intellettuali tra i trenta e quarantacinque anni, la generazione TQ (da trenta-quaranta, ma anche da Tarantino Quentin, considerato da molti di loro un maestro). Lo scopo è quello di cercare di uscire da un certo anonimato.

Il seminario è nato da un’idea molto semplice, una generazione nuova di scrittori si è incontrata per immaginare un possibile orizzonte comune. L’invito è partito da Alessandro Grazioli, Giuseppe Antonelli, Nicola Lagioia, Giorgio Vasta e la collaborazione di Anna Gialluca che ha reso possibile la disponibilità della sede della casa editrice Laterza.
Dice Nicola Lagioia, uno scrittore di punta nel panorama letterario italiano, “I nostri padri o fratelli maggiori hanno più potere, ma valgono molto meno di noi. Quando sono arrivato a Roma ho trovato un paesaggio culturale desolante, popolato quasi esclusivamente di prefiche. Tutti vedovi o vedove di Fellini e Moravia, autoproclamati nani che avevano vissuto sulle spalle dei giganti. Salvo qualche grande eccezione, nessuno di loro ha mai voluto affrontare il confronto di merito sulla letteratura, rifugiandosi nella nostalgia dei bei tempi andati che non sarebbero mai più tornati”. Il link all’articolo non è più attivo, L’Unità

Uso della lingua

di punta: esponente principale di un gruppo
prefiche: erano le donne che, a pagamento, piangevano durante i funerali. Qui significa persone che non fanno che lamentarsi.

Generazione TQ

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