Copertina del libro America amore di Arbasino

(fonte: Luigi Sampietro,  Sole 24Ore)

E’ il titolo dell’ultimo libro di Alberto Arbasino in libreria in questi giorni (Adelphi editore). E’ una raccolta di memorie dei soggiorni passati in America negli anni Cinquanta e Sessanta. La copertina del volumone (867 pagine), dice: “Alla fine degli anni Cinquanta, un giovane italiano di buone letture e nessun pregiudizio passa una stagione a Harvard e un’altra a Broadway. Dunque, corsi e lezioni e incontri importanti nella prestigiosa università: H. Kissinger, A. Schlesinger, J.K. Galbraith, D. Riesman, J. Burnham… Poco dopo, nella capitale dello spettacolo, sensazionali musicals e commedie con leggendari mostri sacri tuttora in scena: Ethel Merman, Mary Martin, Charles Boyer, Claudette Colbert, Lotte Lenya, Paul Newman, Geraldine Page, Lauren Bacall, Elizabeth Taylor, fra Tennessee Williams, Jerome Robbins, Gene Kelly, Woody Allen, Gypsy, Redhead, West Side Story… Intanto, letture e conversazioni coi protagonisti della letteratura: da Edmund Wilson e Saul Bellow e Mary McCarthy a Saul Steinberg e Truman Capote e Jack Kerouac…” Tra le molte recensioni sulla stampa scegliamo quella di Luigi Sampietro che di Arbasino dice, “… non ha mai ceduto al difficilese degli snob, chi lo accusava di essere troppo difficile o di fare il difficile, non capiva proprio che le sue mille citazioni e allusioni non erano frutto di esibizionismo ma, semmai, di un’idea estetica che, gratta gratta, non perdeva mai di vista l’utile. Perché Arbasino, romanziere o saggista, è sempre stato un supremo descrittore dell’attualità. Del fatuo e dell’effimero. E, ancor più, con il passare degli anni, del ridicolo, del meschino e dell’indegno. Senza fare prediche e con l’aria di spettegolare, è sempre stato, e ancora è, un testimone che trascende la cronaca perché lo spessore delle cose che scrive – diciamo pure la ‘dottrina’ di cui sono intrise – fa di lui un memorialista”.

Per leggere tutto l’articolo di Luigi Sampietro, clicca qui: Sole 24Ore

Uso della lingua

difficilese: è un neologismo giornalistico che indica una lingua volutamente difficile
gratta gratta: un’espressione colloquiale che significo in fondo in fondo, tutto sommato.

America amore

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