Ragazzi manifestano dietro a striscioni(fonte: Stefano Vergine,  L’Espresso)

Per anni si è detto che i giovani pensavano solo a se stessi e a divertirsi. Ora si scopre che gli under 30 non sono affatto menefreghisti. Ma si impegnano solo se hanno la sensazione di poter cambiare veramente qualcosa.  I sondaggi dicono che i giovani italiani non credono nei partiti perché non si sentono parte della vita politica del paese. Questa impressione è confermata dai dati. Secondo l’economista Paolo Balduzzi e il demografo Alessandro Rosina, che hanno creato un indice per misurare il potere politico degli under 40, nel confronto con i 27 Paesi europei, l’Italia è in fondo alla classifica: i giovani hanno in Italia uno scarsissimo potere decisionale.
Eppure, se è vero che i ragazzi mostrano disinteresse verso la  politica attuale, le cose cambiano quando il loro impegno è in grado di generare effetti concreti. Un atteggiamento dimostrato dal vistoso incremento della cosiddetta “cittadinanza attiva giovanile”: a partire dalle organizzazioni di volontariato.  “Gli ambiti preferiti sono l’ambiente, la cultura e la protezione civile: i ragazzi si attivano per obiettivi specifici, per risultati visibili, misurabili. Si impegnano in iniziative in grado davvero di migliorare la qualità della loro vita e di quella degli altri. Sono pronti a intervenire se ci sono valori collettivi da difendere “.
Non solo. I dati dimostrano anche che quegli stessi giovani delusi dalla politica sviluppano sensibilità e valori innovativi, che manifestano attraverso nuovi strumenti: canali informali e non gerarchici.  Questo succede soprattutto nei nuovi “pensatoi”: think tank su materie diversissime, luoghi di elaborazione di idee più libere rispetto a un partito, dove non è richiesta nemmeno una fedeltà ideologica. Ma solo, appunto, una competenza tematica specifica.  Negli ultimi dieci anni i pensatoi in Italia sono praticamente raddoppiati, arrivando a sfiorare quota cento.  Il loro peso è ancora molto limitato rispetto agli altri paesi. “Negli Stati Uniti un think tank può contare solitamente su un budget annuale di 30 milioni di dollari; in Italia al massimo si arriva a un milione di euro”.  In Inghilterra ci sono università come Oxford e Cambridge, in Francia ci sono scuole di preparazione alla politica prestigiose come l’Ena.  In Italia, invece, per tradizione la scuola si faceva all’interno del partito, e quando nel 1992 i partiti sono esplosi nessuno si è preoccupato della formazione dei nuovi politici.  Così i giovani italiani si sono creati i loro “spazi”, e uno di questi, nato su facebook, si chiama appunto “Lo spazio della politica“.

Per leggere tutto l’articolo di Stefano Vergine, clicca qui: L’Espresso

Uso della lingua

Menefreghista: descrive una persona senza interessi o ideali particolari.  Il termine ha cambiato di significato con il tempo. La parola deriva infatti dal motto fascista “me ne frego“, un frase che un soldato ferito si fece scrivere sulle bende, come segno di abnegazione totale alla Patria.

Ragazzi, è tornata la politica!

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