Mario Monicelli(fonte: Corriere)

Oggi tutte le prime pagine dei giornali sono occupate dalla notizia del suicidio del regista Mario Monicelli, uno dei padri della commedia italiana, che si è buttato dalla finestra dell’ospedale dove era ricoverato. Riportiamo il profilo che ne fa il Corriere della Sera. “I suoi film sono stati oltre 60 e molti di essi sono stati veri propri capolavori, entrati addirittura nel lessico familiare degli italiani. Uno per tutti, I Soliti Ignoti del 1958, dove una banda del buco di piccoli lestofanti romani di periferia cerca di rubare la cassaforte di un banco dei pegni finendo per grattare, letteralmente, solo il fondo di una pentola di pasta e fagioli. Fu un film epocale e frutto di un lavoro corale di grandissimi attori, Mastroianni, Gassman (scoperto per la prima volta in un ruolo comico), una giovanissima Claudia Cardinale, Totò esperto di casseforti… Altri capolavori, che sono stati premiati da uno straordinario successo di pubblico, a dimostrare la sintonia di Monicelli con la società italiana che si veniva trasformando: La grande guerra del 1959, (osteggiato dalle gerarchie militari) con Gassman e Sordi lavativi nella Prima Guerra Mondiale ma in extremis capaci di un gesto di sfida che costerà loro la vita; La ragazza con la pistola di metà anni 60, dove Monica Vitti, riscoperta come attrice comica dopo gli anni dell’incomunicabilità narrati da Michelangelo Antonioni, è una siciliana che si emancipa nella Londra ruggente del beat; Romanzo Popolare, immediatamente successivo, sulla storia d’amore tra un operaio anziano, Ugo Tognazzi, e una giovane donna, Ornella Muti, contesa tra due uomini (il rivale Tognazzi è un giovane Michele Placido) e che esce da questa contesa decidendo di appartenere solo a se stessa (Enzo Jannacci presterà al film la sua struggente canzone “Vincenzina davanti alla fabbrica”).

Il link è a pagamento: Corriere

Uso della lingua

banda del buco: banda di rapinatori. Quest’espressione deriva da un film, ma non di Monicelli, bensì di Mario Amendola.
grattare: oltre al significato di scratch, ha anche quello gergale di “rubare”.

Addio a Monicelli

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