due vecchi con abiti sardi tradizionali(fonte: Agnese Codignola, L’Espresso)
Anziani da 110 e lode in Sardegna, grazie al Dna ma anche all’aria pulita e alla vita rurale. I sardi sono tra le popolazioni più longeve del mondo: lo dimostrano le ricerche sui supervecchi, molti dei quali vivono proprio in Sardegna.

Si interessano di politica. Guardano la tv e leggono i giornali. Sono protagonisti della vita sociale dei piccoli paesi dove vivono. Mangiano di tutto e bevono sempre un po’ di vino. Così sono diventati centenari.  È passato tutto il paese in quella casa, il 25 gennaio scorso, a festeggiare i 110 anni di Giuseppina Deidda. Così anche Thia Peppina, che si avvia a spegnere 111 candeline,  ha un carattere tosto ed ha avuto una vita da protagonista nella propria comunità.   Molti degli over 100 sardi come Thia Peppina, o come tziu Antonio Contu, morto per un infarto mentre continuava ad accudire le sue pecore all’onorevole età di 105 anni, hanno vissuto una vita da romanzo. Perché certo i geni sono importanti, ma il modo di affrontare la vita, probabilmente, lo è di più. Un’idea, questa, condivisa da molti di coloro che cercano di capire se esistano tratti comuni nei superlongevi e, finalmente, oggetto di uno studio con numeri e statistiche assai esplicite. Il risultato sembra essere che oltre alla naturale predisposizione, e alle buone abitudini come l’attività fisica e il sonno, giocano un ruolo centrale la famiglia e il ruolo nella società. Gli autori dell’indagine non hanno dubbi sul fatto che dei legami familiari saldi e un ruolo centrale nella comunità sono tra le ragioni principali della longevità. È  questo è proprio ciò che accade ai nonni sardi e ai loro coetanei cinesi.

Per leggere l’articolo di Agnese Codignola, clicca qui: L’Espresso

Uso della lingua  

110 e lode: è il voto più alto che si può ottenere alla laurea (diploma di studi universitari).
spegnere le candeline: soffiare o  spegnere   le candeline e il rituale simbolico del compleanno.
tosto: molto sicuro di sé, energico.
Thia  e tziu sono appellativi con cui si chiamano le persone anziane in dialetto sardo. Sono usati con il significato di nonnetto e nonnetta. Esempio: “Oh su tziu! Mì che ti ti prènciu! Bogadì!!!” Traduzione: gentile vecchietto fai attenzione che ti investo.
Dialetto sardo: segnaliamo questo interessante e divertente sito, Il Coddabolario (http://www.codda.org/cultura/coddabolario/coddabolario-total.htm)
 

I vecchi sardi, i più longevi del mondo

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