Dino de Laurentiis, uomo anziano che alza una statuetta di leone alato
(fonte: Claudia Morgoglione, clicca qui: Repubblica)
Oggi il mondo del cinema, al di qua e al di là dell’oceano, piange la scomparsa di Dino De Laurentiis: il grande produttore è morto a Los Angeles, dove risiedeva da tantissimi anni. Aveva 91 anni. 
Nei suoi settanta anni di attività, Mister D, come lo chiamavano negli Stati Uniti  ha prodotto alcuni dei capolavori del Neorealismo italiano e del cinema del dopoguerra, così come alcuni tra i più grandi colossal di Hollywood.
 Con lui viene meno una delle ultime figure planetarie di tycoon vecchio stile, padre-padrone, uomo di forte temperamento e passioni. Nella vita e sul set.  De Laurentiis nasce a Torre Annunziata (Napoli) da una famiglia modesta, il padre era titolare di un pastificio. Viene così istradato, da giovanissimo, al mestiere del genitore. Ma una volta, durante un viaggio di lavoro a Roma, vede per strada un annuncio del Centro sperimentale di cinematografia, che cerca nuovi talenti. E così la sua vita, all’improvviso, cambia: vuole fare il cinema.  
Il Dino ragazzo fa la sua gavetta sul set, e impara a fare di tutto.  Dopo la guerra Dino produce i più grandi capolavori del cinema Neorealista,  tra cui Riso Amaro (1948). Seguono negli anni ’50 sono altri famosissimi titoli:  Napoli milionaria (1950); Dov’è la libertà? (1954);  Miseria e nobiltà (1954) e La grande guerra (1959), e due dei maggiori successi di Fellini: La strada e Le notti di Cabiria, entrambe premi Oscar per il miglior film straniero.  Crea perfino una Hollywood italiana, alle porte di Roma, Dinocittà. 
Poi  nel 1972, la svolta: la partenza con biglietto di sola andata per Hollywood. Nei 40 anni americani Mister D o Dino come lo chiamavano lì, produce centinaia di film, tra i più famosi Serpico, King Kong, Flash Gordon, Ragtime, Hannibal e Il Silenzio degli innocenti
Nel 2001 riceve la consacrazione definitiva, con l’Oscar alla carriera. Alcuni lo hanno accusato di produrre ormai solo film commerciali.Ma forse la verità è nel suo discorso  di ringraziamento alla premiazione per l’Oscar: “Il cinema” dice ” è una droga, è una fatica. Ma è esaltante: ho fatto 600 titoli, ma a ogni nuovo progetto mi ci butto con l’entusiasmo e la curiosità del primo”.
Per leggere tutto l’articolo di Claudia Morgoglione, clicca qui: Repubblica

Uso della lingua 

viene meno: viene a mancare, si perde.
padre-padrone: metà padre, metà padrone. Padre autoritario e padrone paterno.
titolare: proprietario
fare la gavetta: partire dal basso, dai lavori più semplici. Figurato: la gavetta è la scodella d’alluminio dei soldati.
E’ morto Dino De Laurentiis, un tycoon del cinema mondiale

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